Come ampiamento atteso, la policy della Bce è rimasta invariata nella riunione di ieri, nonostante l’inflazione stia crescendo. Questo perché Francoforte sostiene che l’attuale incremento dell’inflazione sia per lo più un fenomeno transitorio. La crescita è ancora considerata forte, ma si sta moderando e i rischi sono ampiamente bilanciati.
Questa riunione forse si è caratterizzata per l’enfasi sui driver dell’inflazione. È importante sottolineare che la BCE continua a sostenere che gli attuali driver dell’aumento dell’inflazione sono transitori.
Lagarde per supportare questa visione considera come presupposto gli effetti dei colli di bottiglia e dei prezzi dell’energia. A parità di condizioni, dovremmo vedere il tasso d’inflazione diminuire fino a tornare in target nel 2022, anche se ora potrebbe richiedere un po’ più tempo di quanto previsto inizialmente.
Forse il punto più interessante della riunione di ottobre della BCE è l’interazione tra la guidance della BCE e il suo outlook sull’inflazione rispetto alle aspettative del mercato sui tassi d’interesse. Lagarde ha fatto riferimento a una disconnessione che, a nostro avviso, è improbabile che duri per sempre.
O la BCE alza i tassi in linea con le aspettative del mercato, o non lo fa. In termini di evoluzione della politica del QE, continuiamo a guardare alla riunione di dicembre come un momento cruciale per gli sviluppi dell’acquisto di asset.
Per ora, la politica rimane stabile.