Mentre la fine di marzo ha visto una leggera ripresa delle azioni globali, i principali mercati azionari sono rimasti in territorio negativo alla fine del trimestre – i mercati meno resistenti sono stati il Giappone e l’Europa. Le pressioni inflazionistiche continuano senza sosta, spingendo al rialzo i rendimenti dei Treasury USA a 10 anni. Le aspettative iniziali presupponevano che le forze inflazionistiche si sarebbero attenuate nel secondo trimestre del 2022 a seguito delle riaperture post-Covid-19, della normalizzazione dei colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e del picco nell’aumento dei prezzi dell’energia.
Purtroppo, il conflitto Russia/Ucraina ha esacerbato le pressioni inflazionistiche, soprattutto nell’energia, nei metalli, nei fertilizzanti agricoli e negli alimenti di base. Per quanto le banche centrali desiderino evitare un aumento più rapido dei tassi, questo sembra ormai inevitabile.
L’economia statunitense (a differenza di quella europea) sembra, almeno inizialmente, essere più resistente, con molta meno dipendenza dal petrolio e dal gas naturale russo o dal grano e dall’olio di girasole ucraini. Questo fatto, insieme alle maggiori prospettive fiscali, potrebbe rallentare l’agenda del presidente Biden ‘Build Back Better’.
Il Giappone mantiene la sua rotta seguendo una politica di allentamento monetario, rifiutando qualsiasi pressione di rialzo dei tassi (nonostante il rischio di un’inflazione dovuta alle importazioni), portando lo JPY ad un minimo da 7 anni rispetto al dollaro. Le azioni cinesi, ancora alle prese con le preoccupazioni per la regolamentazione e le relazioni con gli Stati Uniti, sono rimaste sotto pressione a causa dei nuovi lockdown in un momento in cui il sentiment macroeconomico è debole.
Il trimestre ha segnato una “rotazione settoriale” ancora maggiore di quella vista nel 2021, poiché gli investitori hanno valutato un ciclo di aumento dei tassi più rapido e più elevato. Ciò ha fatto sì che gli investimenti growth a più lunga durata siano stati meno favoriti rispetto a quelli con meno prospettive per il mercato: settore value ciclico, energia, metalli e settore bancario.
Nel corso del trimestre, tra le posizioni che hanno conseguito ottimi risultati, citiamo Eli Lilly, leader mondiale nella cura del diabete, che ha chiuso il 2021 in forte crescita attraverso i principali prodotti di punta per la cura del diabete, del cancro al seno e della psoriasi con Trulicity +27%, Verzenio +48%, Taltz +22% e Jardiance +28% anno su anno (YoY).
Johnson & Johnson, una società farmaceutica globale, ha conseguito ricavi con l’annuncio dello scorporo della sua attività di consumo). L’azienda ha anche registrato risultati robusti nel quarto trimestre per chiudere l’anno fiscale 2021, che ha visto una crescita organica delle vendite del 13% a/a, e ha segnalato che si aspetta un outlook ancor più positivo per l’anno fiscale 2022.
Amazon, il principale rivenditore online, ha tenuto relativamente bene, nonostante le pressioni inflazionistiche sui costi (in particolare nel lavoro e nella logistica) grazie alla forte crescita della pubblicità e della sua attività cloud ‘AWS’ (Amazon Web Services). Visa, una delle principali reti di pagamento, ha contribuito positivamente in quanto ha beneficiato di un rimbalzo della spesa legata ai viaggi che continua a migliorare.