Nel breve periodo i Btp dovrebbero restare esposti alle incertezze politiche domestiche (vedi rischio elezioni anticipate) e al braccio di ferro con l’Unione Europea per la manovra finanziaria aggiuntiva. Un’eventuale procedura di infrazione potrebbe compromettere la credibilità del Paese.
Mercoledì 1 febbraio è prevista la prima riunione di politica monetaria dell’anno della Fed. Il mercato si attende il mantenimento dello status quo sui tassi, ma si cercheranno di capire le prossime mosse per marzo. Diversi membri del Federal Open Market Committee (FOMC) hanno suggerito, di recente, almeno tre rialzi dei tassi per quest’anno. Naturalmente, molto dipenderà dalle politiche economiche del Presidente Donald Trump.
Molto importante sarà il calendario macro negli Stati Uniti: previsto il rapporto sull’occupazione venerdì 3 febbraio (in particolare, per l’evoluzione dei salari che avrà un impatto sulle attese di inflazione futura), l’ISM manifatturiero (mercoledì 1 febbraio) e servizi (venerdì 3 febbraio). Anche la Bank Of Japan si riunirà domani martedì 31 gennaio e la Bank Of England giovedì 2 febbraio, per le quali il mercato non si attende annunci di rilievo.
In Eurozona, il focus macro si concentrerà sui dati di inflazione, che in Germania potrebbe toccare il 2%. Sebbene il dato sia essenzialmente legato a un effetto “base” sul petrolio, ci si attende un aumento delle resistenze tedesche sulla politica accomodante della Bce.
Saranno pubblicati anche:
- le prime letture dei PIL,
- i dati di PMI,
- fiducia,
- disoccupazione,
- vendite al dettaglio.
Molti membri della Bce, tra cui anche il presidente Mario Draghi, si esprimeranno nel corso della settimana e si cercheranno indicazioni sul dibattito in merito al “tapering” del QE. Il mercato azionario continuerà a concentrarsi sui risultati trimestrali.