I recenti casi di Banca Carife, Banca Etruria etc, quello di MPS e di Banca Popolare di Vicenza e della Banca Popolare di Verona, non sono episodi isolati, ma fanno parte di un contesto con mali profondi e che sopravvive a causa di assenze di norme chiare sulla trasparenza.
Tra il 2012 e il 2015 ho scritto numerosissime missive alla BNL circostanziando in modo preciso questioni gravi come assenza di contratto, anatocismo, usura che hanno caratterizzato il rapporto di oltre 30 anni tra l’azienda che rappresento, la Telecontrolli srl e la BNL. Ho evidenziato che la revoca immotivata delle linee di credito è motivo di danno. Ho evidenziato nelle mie numerosissime missive che l’assenza di contratto e la creazione di crediti da parte della BNL non contrattualizzata è fonte di “Falso in Bilancio”. A tali missive. Nessuna risposta.
Eppure sono state tutte destinate ai legali rappresentanti Abete e Munari, al presidente del collegio sindacale, alla Deloitte, a funzionari dell’area commerciale e degli affari legali, All’Avvocato Aldo Corvino, legale della Banca Nazionale del Lavoro. Tutte le missive sono state inviate sempre a Banca d’Italia.
È sconcertante. LA BNL è una banca e come tale è un soggetto con valenza istituzionale e sociale. Deve “garantire” meccanismi complessi come quelli della raccolta di risparmio e del credito.
Per questi motivi, una banca ha l’obbligo di rispondere in modo trasparente e non può nascondersi, soprattutto su quesiti in merito alla solidità e all’affidabilità dei conti. Quesiti gravi che, se riscontrati, evidenzierebbero l’inconsistenza patrimoniale e, quindi il default di fatto, in danno dei creditori e dei risparmiatori, soprattutto oggi con l’applicazione della regola del bail in. Ma ciò è grave soprattutto per quei contenuti etici che un sistema garante deve possedere.
Tali semplice regole sono chiare a me, ma evidentemente non lo sono alla BNL e alle altre banche. Ogni mancata risposta non mi infastidisce ma è l’evidenza di inaffidabilità di tale struttura, mi permetterei anche di sbilanciarmi dicendo che non solo non favorisce un’economia reale, ma in molti casi, come quelli della mia azienda, danneggia in modo evidente gli assets patrimoniali e di immagine della stessa. Pertanto la BNL è soggetto pericoloso, ciò è monito agli attuali clienti.
Nel 2012 è stato revocato il credito alla Telecontrolli srl e non è stata fornita alcuna motivazione. Ho chiesto in passato le spiegazioni e nulla mi è stato risposto! Posso intuire che non esistano relazioni dirette con la situazione aziendale della Telecontrolli, ma al fatto che insistentemente abbia richiesto le copie del contratto e il rispetto dei tassi consentiti. Revoca del credito che solo in un secondo momento, a seguito dei conteggi, scopro essere un credito della Telecontrolli verso la BNL, addirittura gravato da usura. La dimostrazione che è immotivata la revoca delle linee di credito, sta nel fatto che ciò nonostante dopo oltre 5 anni l’azienda è operativa.
Quegli stessi incapaci, oggi sono espressione di un documento contabile con valori patrimoniali negativi (e fin quando non riceverò risposta sarà così).
Come si permettono di valutare imprenditori e tradire la fiducia dei risparmiatori creando bilanci carenti sotto il punto di vista dell’attivo patrimoniale? Come si permettono di non dare evidenza dei propri valori effettivi? Come si permettono di non rispondere alle richieste chiare?
Resto in attesa di risposta in merito alla Mia del 30 marzo 2017. Risposta che non ci sarà, al pari delle altre missive inviate alla banca. Continuo a sottolineare che in assenza di controllo di Banca d’Italia è indispensabile un intervento chiaro a tutela delle aziende e dei risparmiatori.