Per tutto l’anno, gli indicatori macroeconomici hanno influenzato i mercati, mantenendoli prevalentemente orientati verso uno scenario di atterraggio morbido. Tuttavia, le dinamiche sono cambiate all’inizio di agosto, quando l’indebolimento delle buste paga statunitensi ha colto di sorpresa gli investitori globali. Questo evento ha sollevato il dubbio se si tratti dell’inizio di un cambiamento di traiettoria verso una recessione o semplicemente di un’anomalia nei dati.
Anche i mercati obbligazionari hanno mostrato un’anomalia, legata alla recessione, di durata più lunga. La curva dei rendimenti negli Stati Uniti, tipicamente considerata un indicatore anticipatore di recessione, è invertita da circa 18 mesi. In alcune sezioni della curva, l’inversione si è attenuata durante l’estate, con l’aumento delle aspettative di un primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, portando così la parte breve della curva a sovraperformare. Perché la parte lunga della curva inizi a sovraperformare, dovremmo osservare segnali chiari di recessione, basati sulle indicazioni provenienti dai dati sui salari negli Stati Uniti.
In attesa di una maggiore certezza direzionale, possiamo esaminare il panorama obbligazionario per valutare le opportunità che la seconda metà dell’anno potrebbe offrire, con prospettive potenzialmente positive per le obbligazioni. Vediamo opportunità in tutto il mercato, ma riteniamo che la chiara distinzione tra le diverse aree geografiche sarà un fattore cruciale di performance. Stati Uniti, Europa e Regno Unito presentano ciascuno caratteristiche economiche specifiche che richiedono un approccio differenziato a livello regionale.
In Europa ha senso mantenere una duration più lunga, dato che i tagli dei tassi d’interesse sono già iniziati e ci aspettiamo che ne seguano uno o due prima della fine dell’anno. Sebbene l’inflazione sia in linea con l’obiettivo, il contesto economico europeo rimane complesso, con la Germania che fatica a crescere e perde il suo ruolo di locomotiva d’Europa. Di conseguenza l’high yield in euro appare meno interessante rispetto ai primi mesi del 2024, ma continuiamo a vedere potenziale nelle obbligazioni investment grade, pur con un’esposizione meno ciclica.
La situazione è leggermente diversa nel Regno Unito, dove le obbligazioni high yield in sterline offrono cedole più interessanti in un contesto politico recentemente stabilizzato. Con il governo laburista appena insediato, non ci aspettiamo cambiamenti fiscali significativi nel Regno Unito per almeno sei mesi il che rende favorevole un’esposizione alla sterlina per il resto dell’anno.
Tra i titoli che attualmente prediligiamo, vi sono alcune catene di supermercati economici, che stanno beneficiando dell’inflazione e del passaggio dei consumatori, stressati dai tassi di interesse, a prodotti alimentari a basso costo. Guardiamo con interesse anche alle obbligazioni nel settore del tempo libero.
Negli Stati Uniti, l’incertezza sui tassi di interesse e sull’andamento dell’inflazione ci induce a mantenere una certa cautela sulla duration. Tuttavia, a differenza dell’Europa, la solidità complessiva dell’economia statunitense dovrebbe favorire l’high yield.
Anche se uno scenario di ‘Goldilocks’ appare poco realistico, un possibile taglio dei tassi a settembre, seguito da un altro a dicembre, potrebbe creare un contesto favorevole per le obbligazioni high yield. Siamo particolarmente interessati alle obbligazioni con cedole elevate emesse da aziende solide con prospettive positive, dove i driver di rendimento sono più idiosincratici. Al contrario, dopo una buona performance, i titoli ‘crossover’ che si trovano al confine tra high yield e investment grade ora offrono cedole basse e scarso potenziale di apprezzamento del capitale, rendendoli un segmento da cui ci allontaneremo nel secondo semestre.
Per quanto riguarda le elezioni statunitensi, una vittoria di Trump potrebbe avere un impatto positivo sui mercati azionari e, di conseguenza, sostenere il credito. D’altro canto, l’eventuale presenza di Harris nello Studio Ovale potrebbe essere meno favorevole per settori come l’oil & gas, ma potrebbe anche creare opportunità per le obbligazioni ambientali e sostenibili, favorendo gli investimenti legati alla transizione energetica e alla sostenibilità.
Nel complesso, i mercati potrebbero continuare a mostrare volatilità fino a quando non verranno attivate risposte concrete dai tassi di interesse, dalla recessione o dalle dinamiche politiche. Il tema del reddito da cedola dovrebbe rimanere rilevante per tutto l’anno.
Tuttavia, prevediamo che una chiara distinzione regionale, con un focus su posizioni di qualità superiore in Europa, guiderà la sovraperformance nella seconda metà dell’anno. Le strategie flessibili, capaci di allocare in modo dinamico tra settori e aree geografiche diverse, saranno ben posizionate per capitalizzare i crescenti differenziali nei mercati obbligazionari.