L’anno scorso il fiume più lungo d’Italia, il Po, ha sperimentato la peggiore siccità degli ultimi 70 anni. Questa crisi sta avendo un forte impatto sull’accumulo di energia del sistema idroelettrico. Oltre l’85% delle 4.000 centrali idroelettriche in Italia si trova nelle regioni settentrionali. L’idroelettrico è la più antica fonte di energia rinnovabile e rappresenta circa il 35% della produzione totale di energia verde, e generalmente soddisfa più del 15% della domanda energetica italiana.
Le conseguenze della siccità sul mix energetico mondiale
A inizio 2022, il livello di energia immagazzinata nei bacini italiani era inferiore del 22% rispetto alla media dello stesso periodo dei 7 anni precedenti. I livelli di stoccaggio si sono ulteriormente deteriorati durante l’estate e a giugno erano inferiori di oltre il 40% rispetto alla media storica. Quest’inverno, il valore dell’energia immagazzinata nei serbatoi italiani è già inferiore del 25% su base storica.
Di conseguenza, la carenza d’acqua ha aggravato la crisi energetica, dato che la siccità ha colpito l’economia in un momento in cui le forniture di gas sono diminuite a causa della guerra tra Russia e Ucraina.
Naturalmente, la siccità non è un problema solo dell’Europa. L’anno scorso, ad esempio, il Sichuan, una provincia cinese che ricava oltre l’80% dell’energia dall’idroelettrico, ha registrato la peggiore siccità degli ultimi 50 anni. A causa del basso livello d’acqua sono state applicate restrizioni alla fornitura di energia elettrica e alcune case automobilistiche di primaria importanza, come Toyota, hanno riferito di essere state costrette a interrompere la produzione per diversi giorni nelle loro fabbriche nella regione.
Anche gli Stati occidentali degli USA sono stati colpiti dalla siccità. Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha evidenziato lo scorso anno che, a causa di oltre dieci anni di siccità, i due più grandi bacini idroelettrici degli Stati Uniti hanno raggiunto i livelli più bassi di sempre. I laghi Mead e Powell forniscono acqua ed elettricità a decine di milioni di persone negli Stati di Nevada, Arizona, California, Wyoming, Colorado, Nuovo Messico e in Messico.
Come i cambiamenti climatici definiranno i prossimi anni
L’impatto della siccità è solo un esempio di come il cambiamento climatico sia un problema economico. Per questo motivo, il team degli economisti di Schroders elabora annualmente previsioni di rendimento a 30 anni che tengono conto dell’impatto del cambiamento climatico e di ciò che le politiche governative volte a ridurre il riscaldamento globale comportano per i mercati.
Le politiche climatiche saranno inoltre oggetto di esame alla COP28, il vertice delle Nazioni Unite sul clima che si terrà quest’anno negli Emirati Arabi Uniti, dove si svolgerà il primo Global Stocktake dell’Accordo di Parigi. Questo processo sarà il primo check-up ufficiale dell’Accordo e valuterà se ogni Paese sta compiendo progressi sufficienti verso gli obiettivi di Net Zero.
Le Nazioni Unite hanno avvertito che tali impegni devono essere sostenuti da azioni credibili e che il carbon pricing è considerato una leva politica efficace per affrontare il cambiamento climatico.
Sebbene i governi siano stati lenti ad agire, mentre le aziende hanno preso l’iniziativa, forse non sorprende che la risposta al cambiamento climatico stia accelerando. Ci aspettiamo un aumento dei prezzi del carbonio, poiché il costo delle emissioni è ancora troppo basso, e alcuni Paesi, come l’UE, sono pronti a rafforzare il loro framework di mitigazione del clima con misure politiche innovative, come i meccanismi di aggiustamento dei carbon border.
Non solo, ma a seguito della COP15, il vertice delle Nazioni Unite sulla biodiversità, lo scorso anno è stato finalizzato un nuovo quadro sul tema per affrontare e invertire il declino della biodiversità globale. Dobbiamo riconoscere che clima e biodiversità sono profondamente interconnessi. Le richieste di sforzi più ambiziosi per la mitigazione rimangono e possiamo aspettarci molti altri interventi governativi in futuro.