I timori di recessione globale si sono attenuati negli ultimi due mesi. Detto questo, il nostro indicatore di fiducia aggregato globale suggerisce ancora che l’attività economica globale rimane debole. In più, i rischi al ribasso rimangono considerevoli. Nel frattempo, nonostante i tassi bassi da record e la grande espansione dei bilanci, la maggior parte delle banche centrali sono ancora alla ricerca di una più alta inflazione.
– Negli Stati Uniti, anche se i più importanti indicatori di fiducia sono migliorati dall’inizio dell’anno, l’economia americana si sta espandendo a un ritmo modesto. E mentre il ritmo di crescita di nuovi posti di lavoro è stata solida nel corso degli ultimi anni, è ancora in dubbio se il mercato del lavoro statunitense stia funzionando a pieno regime. La crescita dei salari e le pressioni sui prezzi sottostanti si stanno lentamente risollevando, ma rimangono a livelli piuttosto modesti. La recente stabilizzazione dei prezzi delle materie prime, il deprezzamento dollaro e la diminuzione delle preoccupazioni sulla Cina potrebbero fornire una finestra di opportunità per alzare i tassi di interesse nel mese di giugno, ma si tratta di un’eventualità non esente da rischi. Ancora più importante, tuttavia, è che la Federal Reserve presumibilmente procederà gradualmente e solo se la dinamica di crescita di fondo rimarrà abbastanza forte.
– Area Euro: l’economia dell’area euro si è espansa stabilmente all’inizio dell’anno e, così facendo, ha appena superato il suo livello di picco pre-crisi, un trend deludente fino a questo momento. Guardando al futuro, l’attività economica dovrebbe tenere grazie al contesto favorevole dei bassi prezzi dell’energia, dei bassi tassi di interesse e della debolezza dell’euro. Data la persistenza del grande output gap negativo, ci si attende che le pressioni inflazionistiche rimangano molto deboli. Tutto sommato, nonostante le ultime misure di allentamento adottate nel mese di marzo, la BCE sembra ancora affrontare grandi difficoltà nel tentativo di risollevare l’inflazione fino al suo obiettivo del 2% in tempi brevi.
– L’attività economica in Giappone è ancora debole. La crescita dei salari resta tenue, nonostante il restringimento del mercato del lavoro. L’inflazione, nel frattempo, rimane significativamente al di sotto dell’obiettivo del 2% della Banca del Giappone. Per di più, lo yen ha registrato un sostanziale apprezzamento negli ultimi mesi appesantendo, di conseguenza, i prezzi delle azioni giapponesi. Tutto ciò implica che la BoJ mantiene saldamente il suo orientamento verso un ulteriore allentamento monetario.
– Nonostante i primi segnali di stabilizzazione, l’attività economica nei mercati emergenti è ancora debole. Il deprezzamento valutario osservato in molti mercati emergenti dal 2013 dovrebbe tradursi in una maggiore competitività, se combinato con ulteriori riforme per il miglioramento della produttività. Per essere chiari, come accennato in precedenza, le condizioni economiche e finanziarie attuali, così come le questioni strutturali, faranno in modo che i mercati emergenti non sperimentino un rapido recupero. I rischi al ribasso prevalgono sullo sfondo del difficile processo di riequilibrio della Cina.