L’elezione di Donald Trump come prossimo Presidente degli Stati Uniti rappresenta un voto a favore di politiche più isolazioniste negli Usa. Questo comporterà una maggiore incertezza per l’economia globale, un maggiore rischio di protezionismo commerciale e avrà implicazioni sulle politiche monetarie, fiscali, valutarie fuori dagli Usa.
Incertezza
Una grande incertezza sulla direzione futura dell’economia e della politica estera americana. Il nuovo Presidente sta causando un gran tumulto nei mercati azionari (segui live blog) e valutari e può avere un impatto sui livelli di business e consumer confidence. L’aumento dell’incertezza tipicamente porta a un indebolimento della crescita causati da ritardi negli investimenti e dei consumi, oltre a una frenata nell’occupazione.
Valute e politiche monetarie
La reazione istintiva sul Forex è stata quella prevedibile di un rally dei “tradizionali paradisi sicuri” rappresentati dallo Yen e dal Franco Svizzero mentre le valute dei Paesi emergenti sono in forte calo.
Non sorprende che il peso messicano stia continuando a scivolare, insieme alle valute asiatiche che sono sotto pressione. In questo contesto, i benefici di un monetary easing nei Paesi emergenti rischiano di diminuire. Con l’apprezzamento dell’euro, la decisione di un’ulteriore estensione del Quantitative Easing da parte della BCE in occasione della prossima riunione di dicembre sembra sempre più inevitabile, mentre può essere imminente un qualche tipo di risposta politica da parte di Bank of Japan e Swiss National Bank, anche a livello valutario.
Protezionismo
Le implicazioni a medio termine dipenderanno da quali tra le promesse politiche fatte, Trump riuscirà a implementare e in quali tempi. La prospettiva di una politica fiscale più flessibile potrebbe essere utile per la domanda globale, ma il protezionismo rappresenta oggi una minaccia più grande e più immediata. Un regime commerciale meno aperto degli Stati Uniti potrebbe potenzialmente danneggiare sia l’economia americana che l’export e la crescita del PIL nei suoi partner commerciali, in particolare Messico e Cina. A seconda delle misure specifiche che saranno intraprese, ci si potrà aspettare misure di ritorsione, così come potrebbe crescere il rischio di guerre commerciali e valutarie.
Populismo
L’elezione di Donald Trump, che due anni fa è stato visto come altamente improbabile anche come candidato repubblicano, arriva sulla scia del voto del Regno Unito sulla Brexit, e questa potrebbe comportare che i mercati inizino a prestare maggiore attenzione agli incombenti rischi politici. Questo potrebbe essere il canale attraverso il quale l’Europa, meno esposta a eventuali nuove tariffe di importazione, potrebbe essere più colpita. Di fronte a una serie di importanti elezioni nazionali, i mercati potrebbero ora assegnare una probabilità più alta al successo elettorale di politici più nazionalisti e anti-establishment in Europa.