Le prospettive macroeconomiche del prossimo futuro dipenderanno per gran parte dalla capacità delle banche centrali di riportare l’inflazione a livelli inferiori senza trascinare l’economia in recessione, anche se ormai molti indicatori suggeriscono che la direzione sarà quella. In particolare, la probabilità che il mercato sta scontando di incorrere in una recessione nel prossimo trimestre è al livello più alto da quando vengono rilevati i dati e una delle principali dinamiche che lo giustifica è l’inversione della curva dei rendimenti dei titoli di stato americani.
Le prospettive macroeconomiche per il 2023 sono piuttosto incerte. Le previsioni di crescita globale sono leggermente minori del 2% e sono dettate dall’apparente tenuta del mercato americano in contrasto con la probabile recessione europea all’inizio dell’anno, le parziali riaperture cinesi e la guerra in Ucraina.
Il quadro globale non è omogeneo ed esistono differenze soprattutto tra gli Stati Uniti, dove l’inflazione ha dato i primi segnali di discesa e quindi la recessione potrebbe essere evitata, e l’Europa e i mercati emergenti, dove invece l’aumento dei prezzi non ha ancora raggiunto il picco ed è fortemente dipendente dai prezzi dell’energia.
Un altro driver importante per il 2023 saranno le revisioni degli utili societari che, una volta comunicate, potrebbero incidere su un possibile rialzo dei listini azionari in caso di dati superiori al consensus, mentre in caso contrario potrebbero spingere le quotazioni a livelli ancora più bassi preannunciando una recessione quasi certa.
Inoltre, va tenuto in considerazione l’effetto Cina. Il mese di aprile dovrebbe essere il periodo in cui verrà eliminata totalmente la politica Zero-Covid e di conseguenza tutte le restrizioni: questo dovrebbe dare una spinta all’economia cinese, anche se persistono dubbi sulla crescita nel medio/lungo periodo a causa della crisi immobiliare e del rallentamento della crescita potenziale.
“Sarà importante anche capire l’evolversi della guerra tra Russia e Ucraina. Ci potrebbe essere un miglioramento delle prospettive di crescita globali se si dovesse iniziare a trattare una pace condivisa. In caso opposto, assisteremo a un peggioramento causato dall’ulteriore inasprimento dei rapporti globali.