La rapida stretta monetaria della Fed continuerà probabilmente durante l’estate, dopo il primo aumento di 50 punti base del tasso sui Fed Funds dal 2000. Inoltre, la Fed ha annunciato un piano per la riduzione del bilancio. I persistenti rischi d’inflazione hanno sollecitato le notevoli mosse della riunione di maggio: il dato sull’inflazione statunitense osservato principalmente dalla Fed ha superato il 5% nel primo trimestre, e i banchieri centrali continuano a osservare rischi al rialzo.
Dunque, non è una sorpresa che la politica della Fed appaia focalizzata sul controllo dell’inflazione, e non sia stata fatta alcuna menzione ai rischi al ribasso per la crescita all’interno della dichiarazione di maggio. Con le riunioni estive della Fed ci aspettiamo una rapida inversione dei tagli dei tassi dell’era pandemica, compreso un altro aumento di 50 punti base a giugno, in linea con le parole del presidente Jerome Powell all’ultima conferenza stampa.
Quanto falco?
Tuttavia, nonostante l’ampia revisione al rialzo dei tassi e la chiara volontà di continuare a combattere l’inflazione, alla riunione di maggio e alla conferenza stampa non è stato mostrato un atteggiamento così aggressivo come molti operatori di mercato si aspettavano, e il mercato obbligazionario ha reagito di conseguenza. Powell ha minimizzato la necessità di rialzi di 75 punti base e ha sottolineato che la Fed dovrà essere “agile” per reagire alla continua evoluzione dei dati economici. Il che è coerente con le aspettative di PIMCO di un ritmo sostenuto della stretta per quest’estate seguito in autunno e in inverno da continui, ma meno aggressivi, rialzi dei tassi.
Concordiamo che la Fed dovrà destreggiarsi agilmente nei prossimi mesi mentre cerca di domare l’elevata inflazione, senza spezzare l’economia statunitense. Anche se l’economia parte da una posizione di forza, con bilanci delle famiglie e delle imprese stabili, vediamo rischi al ribasso per la crescita in un contesto caratterizzato da un ciclo di stretta monetaria più veloce, il ritiro del sostegno fiscale, l’elevata incertezza geopolitica, i lockdown in Cina e una depressione dei livelli di fiducia, rendendo difficile da raggiungere l’atterraggio morbido desiderato dalla Fed.
La contrazione dell’1,4% del PIL reale degli Stati Uniti nel primo trimestre ci ha ricordato che il processo di riapertura e ribilanciamento dell’economia sarà accidentato. Man mano che la crescita rallenta, ci aspettiamo che la Fed introdurrà piccole mosse e/o pause in un ciclo di inasprimento altrimenti rapido.
Dettagli sulla riunione di maggio: 50 pb, non 75
La Fed è riuscita a varare il più grande rialzo dei tassi dal 2000 e allo stesso tempo sorprendere le aspettative del mercato con una certa dose di atteggiamento da “colomba”. Powell ha lasciato intendere che un altro aumento di 50 punti base sarebbe stato preso in considerazione nelle riunioni di giugno e luglio, da aggiungere a un ulteriore inasprimento quest’anno; ma ha respinto l’ipotesi di rialzi di 75 punti base, che gli operatori di mercato avevano iniziato a considerare.
In aggiunta, la Fed ha svelato il piano per la riduzione del bilancio, in linea con i dettagli pubblicati nei verbali della riunione di marzo. L’andamento del deflusso sarà quasi due volte più rapido rispetto al ciclo precedente (2017-2019), con un limite di 60 miliardi di dollari al mese per reinvestire il capitale in Treasury e un limite di 35 miliardi di dollari per i titoli garantiti da ipoteca (MBS). I massimali saranno introdotti gradualmente da giugno a settembre al 50% dell’andamento finale (contro i 12 mesi dell’ultimo ciclo). Nei mesi in cui le scadenze delle cedole dei Treasury non raggiungono la soglia mensile, la Fed arriverà al tetto lasciando i Treasury a scadenza.
Tuttavia, non vi è stata alcuna menzione al fatto che anche i rimborsi degli MBS non dovrebbero raggiungere i massimali, coerentemente con l’orientamento secondo il quale i funzionari della Fed probabilmente non ritorneranno su questo tema fino a quando il deflusso del bilancio non sarà ben avviato.