di François Rimeu Senior Strategist di Crédit Mutuel Asset Management

Germania, un’economia in stallo

Nel migliore dei casi, si prevede che la crescita economica tedesca sia piatta nel 2024; le previsioni economiche attuali del consensus mostrano un aumento dello 0,6% nel 2025. Nonostante sia un miglioramento, resta deludentemente debole. Di recente la Bundesbank ha rivisto le sue previsioni drasticamente al ribasso, con un’attesa di crescita per il 2025 pari ora allo 0,2% (rispetto alle precedenti stime di 1,1%). Purtroppo, non siamo più ottimisti della Bundesbank.

I problemi rimangono gli stessi e traggono origine dalle scelte politiche fatte dal governo tedesco negli ultimi anni. Attualmente la Germania dipende dalla sua capacità di generare energia rinnovabile a prezzi competitivi garantendo allo stesso tempo una disponibilità costante. Tuttavia, le ultime due settimane hanno evidenziato quanto questo sia difficile, specialmente quando il numero di ore di sole e vento diminuisce, un fenomeno noto come “Dunkelflaute”, che ha portato a diversi picchi di notevole entità nei prezzi dell’energia elettrica nel breve termine.

In generale l’ambito industriale costituisce una quota significativa dell’economia tedesca (20% di valore aggiunto e oltre il 16% di lavoratori, Fonte: Direction Genérale du Tresor, dati al 31/12/2023), ed è da escludere un rimbalzo significativo fintanto che la Germania non sarà in grado di fornire energia alle sue industrie a prezzi competitivi.

Le conseguenze di alti prezzi dell’energia si estendono oltre il settore industriale. Anche i prezzi dei generi alimentari, legati al costo del gas (che è essenziale per i fertilizzanti) sono aumentati molto. Di conseguenza, i consumatori tedeschi devono affrontare prezzi elevati per beni non sostituibili come ad esempio l’energia e i generi alimentari, che colpiscono in modo sproporzionato le fasce meno abbienti della popolazione. Questo erode i risparmi disponibili e mina la fiducia dei consumatori, portando logicamente alla stagnazione dei consumi. Una tendenza evidente anche in altri Paesi europei, come ad esempio in Francia.

Il grafico sottostante mostra come la situazione si sia evoluta in modo diverso in Germania e in Spagna, sottolineando perché l’economia tedesca sia in stagnazione mentre quella spagnola abbia una dinamica positiva. La banca centrale spagnola (Banco de España) ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per il 2025 dal 2,2% al 2,5%, con una crescita attesa per il 2024 a circa il 3%. Esistono anche altri fattori esplicativi (Next Generation EU, il turismo in Spagna, gli sgravi fiscali, ecc.) ma, dal nostro punto di vista, il fattore primario resta la differenza nell’accesso all’energia a basso costo.

fonte: Bloomberg, dati al 18/12/2024

Come reminder, nei mercati europei i prezzi dell’energia sono fissati dai costi marginali (il costo di produrre un MWH in più di elettricità). Le deboli interconnessioni tra Spagna e Portogallo da un lato, e il resto del mercato europeo dall’altro, spiegano l’attuazione della “eccezione iberica” e perché i prezzi dell’energia siano oggi sensibilmente inferiori in Spagna e Portogallo.

Finché i problemi energetici della Germania non si risolveranno, sarà difficile assistere una ripresa significativa della sua economia. Tuttavia, ci sono motivi di speranza. Un recupero dell’economia cinese sarebbe una buona notizia per l’export tedesco, anche se questo non è il nostro scenario di base. Ci sembra più probabile una stabilizzazione. Le elezioni tedesche all’inizio del prossimo anno potrebbero portare a un aumento degli stimoli fiscali. Raggiungere il consenso politico su questo tema sarà complesso, visto che è richiesta una maggioranza dei due terzi per modificare la costituzione. Per contrastare le possibili misure di un’amministrazione Trump volte a colpire il consistente surplus commerciale tedesco con gli Stati Uniti potrebbe essere necessario uno stimolo fiscale.