L’incontro tra il Presidente statunitense, Donald Trump, e quello cinese, Xi Jinping, in occasione del G20 a Buenos Aires si è concluso cono un esito migliore delle attese, che eviterà un’escalation della trade war all’avvio del nuovo anno. Tuttavia, continuiamo a nutrire scetticismo nei confronti delle prospettive di un accordo di lungo termine su questioni quali i diritti sulla proprietà intellettuale, e ci aspettiamo che più avanti nel 2019 le ostilità riprendano.
È possibile che il deal rifletta un Presidente USA indebolito dopo le elezioni di Mid-Term e più consapevole dei danni che possono causare i dazi. Di certo, questi sviluppi riducono l’impatto immediato dei dazi più elevati del 2019 sull’inflazione, il che a sua volta potrebbe aiutare la Federal Reserve a mettere in pausa i tassi.
Inoltre anche le aziende saranno sollevate dal fatto di non dover affrontare un’ulteriore escalation nei costi alle importazioni. Entrambi questi fattori sono positivi per l’economia, che dovrebbe perdere slancio l’anno prossimo, man mano che gli stimoli fiscali scemeranno.
La domanda è: quanto può durare la tregua? Segnali di tensioni future sono stati subito evidenti nelle rispettive conferenze stampa, con gli Stati Uniti che hanno sottolineato che i dazi al 25% verranno imposti se non sarà raggiunto un accordo dopo 90 giorni, mentre la Cina ha parlato di ridurre i dazi esistenti.
L’esito delle negoziazioni è stato migliore delle attese, ma le differenze sulla proprietà intellettuale e sul trattamento della tecnologia in Cina probabilmente rappresenteranno degli ostacoli considerevoli per un accordo duraturo. Gli esponenti più conservatori della Casa Bianca continueranno a fare pressioni per la loro causa, condivisa dalla base elettorale di Trump. Nel frattempo, il Presidente Xi Jinping difficilmente abbandonerà la posizione della Cina sulla proprietà intellettuale.
In conclusione, nonostante la tregua, un accordo riappacificatore dovrà attendere.