Come un’araba fenice Joe Biden è rinato nel voto in South Carolina dove ha sbaragliato i propri avversari ma ha proseguito trionfando oltre ogni aspettativa nel Super-Tuesday.
Secondo i dati al momento ancora non ufficiali Biden avrebbe conquistato 9 su 14 stati ovvero Massachusetts, Minnesota, Virginia, North Carolina, Tennessee, Alabama, Arkansas, Oklahoma, Texas. Bernie Sanders ha il primato solamente in California, Utah, Colorado e Vermont. E il quattordicesimo il Maine è ancora conteso con un testa a testa tra i due.
Riteniamo che la vittoria di Joe Biden sia molto legata all’intervento dell’establishment democratico con gli endorsement non solo dei recenti candidati che hanno abbandonato la corsa (Pete Buttigieg e Amy Klobuchar) ma anche di politici di rilievo a livello statale che hanno consigliato di votare per l’ex vicepresidente di Barack Obama.
Bernie Sanders sarà costretto come era successo 4 anni fa con Hillary Clinton a fronteggiare non solamente un avversario temibile ed esperto come Joe Biden ma l’intero apparato democratico.
Reazione dei mercati
Sarà difficile capire in apertura dei mercati azionari quanto il ridimensionamento di Sanders, acerrimo nemico di Wall Street, abbia influenzato l’andamento degli indici. Siamo in un particolare momento storico in cui i mercati reagiscono sugli sviluppi in merito alla diffusione del coronavirus e sulle decisioni dell’amministrazione Trump e della Federal Reserve per mantenere il controllo sul paese e la stabilità delle piazze finanziarie.
Dobbiamo ricordare come la FED di Jerome Powell abbia deciso di tagliare i tassi di interesse di 50 punti base in una riunione straordinaria del comitato monetario, un’azione che non si registrava dal 2008 in piena crisi finanziaria.
Nonostante la “sconfitta” di Sanders non sia il principale focus di Wall Street, crediamo che qualche settore possa evidenziare delle performance migliori rispetto al mercato proprio per la diminuzione dei rischi di avere il senatore del Vermont in corsa per la Casa Bianca.
Un settore da controllare sarà inevitabilmente quello bancario e soprattutto il titolo JPMorgan Chase. Il ceo di JPMorgan, James Dimon, e Bernie Sanders hanno avuto discussioni molto accese sul tema del socialismo. Il vero punto di rottura tra i due è tuttavia l’intenzione di Sanders di dividere le banche in modo da avere banche commerciali e banche d’investimento, reinstallando il Glass-Steagall Act che era stato emanato dall’amministrazione Roosevelt nel 1933 per evitare che gli speculatori finanziatori potessero ripetere una seconda grande depressione (legge poi cancellata nel 1999 sotto l’amministrazione Clinton e sostituita con il Gramm-Leach-Bliley Act che ha permesso la formazione di gruppi bancari multi-attività).
Altro comparto che potrà beneficiare del ridimensionamento di Sanders è quello petrolifero in considerazione della volontà del senatore del Vermont di effettuare una lenta ma inesorabile transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Secondo Sanders il settore oil americano ha avuto dalle precedenti amministrazioni troppi privilegi che devono essere invece attribuiti ad altre imprese più eco-sostenibili.
Last but not least, il settore delle compagnie assicurative del settore sanitario. Una potentissima lobby in forte difficoltà per le promesse di Bernie Sanders di promuovere un programma Medicare di assistenza sanitaria gratuita per tutti i cittadini statunitensi.
Ci aspettiamo quindi una performance positiva da parte delle azioni Anthem, UnitedHealth, Molina Healthcare e Cigna.