L’inversione di rotta della strategia Zero Covid ha messo la Cina in una situazione scomoda. La riapertura è stata accolta con favore dall’opinione pubblica, ma serve maggiore chiarezza su alcuni aspetti.
Dopo la prima epidemia nel 2020, l’efficace esecuzione delle regole draconiane ha permesso alla Cina di rimanere relativamente isolata dal Covid. Tuttavia, il successo di queste regole ha incoraggiato il governo a continuare con questa politica ben oltre il previsto.
Ciò è dovuto al fatto che il governo ha legato la sua reputazione al successo della politica zero Covid e ha trovato molto difficile liberarsene, oltre al fatto che gran parte dell’enorme popolazione cinese non essendo stata esposta al Covid non gode dell’immunità. Il governo sapeva, quindi, che qualsiasi riapertura avrebbe avuto un prezzo alto.
Con il passare del tempo, la pressione sull’economia – e sul morale – si è accentuata. Dall’analisi fatta dal nostro team, emerge che i tre pilastri fondamentali dell’economia cinese – consumi, proprietà ed esportazioni – sono tutti sottoposti a forti pressioni. Anche la stabilità sociale è diventata un problema e questa situazione preoccupa molto il governo.
Sebbene l’intenzione di riaprire completamente sia ormai chiara, la tempistica dipende dalla necessità di non sovraccaricare l’assistenza sanitaria. È troppo presto per dire se il sistema sanitario sarà in grado di far fronte alle infezioni, data la capacità non ottimale e le disparità di assistenza sanitaria tra le regioni.
Tenendo conto di questi fattori, ci siamo posizionati in vista di una riapertura completa, puntando soprattutto nel settore sanitario, dei viaggi e dei consumi. Tuttavia, sappiamo quanto sia importante avere un portafoglio equilibrato e siamo quindi posizionati su quei settori che avranno benefici al di là della riapertura, ad esempio il settore tecnologico.
Un altro elemento di cui tenere conto è la de-globalizzazione, una tendenza molto reale che avrà sulla Cina un impatto negativo, avendo largamente beneficiato proprio della globalizzazione negli ultimi due decenni. Tuttavia, il rischio è più gestibile di quanto molti pensino. L’inversione di tendenza è stata stabilita, ma potrebbe richiedere molto tempo e, quando accadrà, la Cina si sarà spostata più in alto nella catena di approvvigionamento globale.
Riteniamo inoltre che la Cina rimarrà una parte essenziale delle catene di fornitura grazie alla ricchezza dei fornitori locali. Prendendo come esempio Apple, quasi tutti i suoi prodotti sono assemblati in Cina. Ci vorrebbero decenni per trasferire l’intera catena di fornitura altrove.
La Cina è fortemente interconnessa con l’economia globale, è il principale partner commerciale della maggior parte dei mercati emergenti e di mercati come l’UE, pertanto un completo disaccoppiamento non è possibile.
Vediamo, comunque, diversi fattori che ci rendono fiduciosi, nel lungo termine, sull’azionario cinese. La crescita cinese è stata sostenuta dalla rapida industrializzazione, dagli investimenti e dall’urbanizzazione. Non si può negare che gli incrementi di produttività saranno più difficili in futuro, soprattutto a fronte di tendenze demografiche negative.
Tuttavia, il Pil pro capite cinese è ancora significativamente inferiore a quello di altri Paesi dell’Asia settentrionale, come la Corea, il Giappone e Taiwan, il che suggerisce che ci sia spazio per un’espansione. Ciò può avvenire attraverso ulteriori miglioramenti nell’istruzione e nell’urbanizzazione, nonché attraverso l’espansione delle industrie a valore aggiunto. La Cina ha ancora un significativo margine di crescita del Pil e, con il suo ruolo di seconda economia mondiale, è ancora uno dei mercati più interessanti. Inoltre, con la transizione verso un’economia basata sui consumi, le opportunità in questo settore sono immense, con circa 1,4 miliardi di consumatori.
La Cina si trova inoltre in una posizione di leadership su diversi fronti, come l’adozione dei veicoli elettrici, l’energia verde e gli sviluppi tecnologici che seguono la tendenza alla sostituzione domestica. Tutti aspetti importanti dal punto di vista degli investimenti.
Infine, i mercati finanziari cinesi continuano ad espandersi e a consentire una maggiore partecipazione internazionale. Riteniamo che esistano opportunità per generare più alfa, soprattutto per gli investitori internazionali.