Dall’inizio della ripresa l’azionario USA ha fatto meglio di quello globale perché l’economia statunitense inizialmente è stato l’unico motore della crescita economica mondiale, mentre in Europa si combatteva ancora contro la crisi. Quando l’economia USA si è ripresa, guidata dal mercato immobiliare, dal settore della raffinazione dei carburanti e da quello finanziario, anche i profitti delle imprese sono tornati a salire.
Dopo sette anni di ripresa, l’economia sta ancora crescendo in modo costante, senza troppa esuberanza, che potrebbe mandarla fuori rotta. I profitti sono ora favoriti non solo dal solido contesto nazionale, ma anche dalla ripresa globale che porta ad un aumento internazionale della richiesta di prodotti statunitensi. Con un 35% di ricavi provenienti da oltremare, i profitti per il mercato USA nel 2017 e nel 2018 dovrebbero crescere del 10% circa.
Spesso pensiamo agli Stati Uniti come a una delle economie più dinamiche e innovative del mondo, può sorprendere quindi sapere che gli Stati Uniti hanno uno dei livelli più alti di tassazione sulle società al 35%. Ciò è in parte dovuto alla natura sempre più partigiana della politica statunitense negli ultimi decenni, il che ha reso difficile far passare il taglio delle tasse sulle società al Congresso in un momento in cui altri membri dell’OEDC stavano riducendo i loro tassi. Se guidata bene, l’amministrazione Trump potrebbe essere in grado di costruire un consenso per migliorare la competitività della tassa sulle società statunitensi tagliando i tassi.
Indicheremmo le probabilità leggermente oltre il 50% che il congresso abbia successo nel far passare la riforma fiscale portando i tassi di imposta sulle società al 20%. In questo caso, molte delle aziende che sono maggiormente focalizzate sul territorio nazionale – e che si sono comportate meglio immediatamente dopo le elezioni – potrebbero guidare il mercato. Ciò include banche domestiche, del settore industriale o secondario e piccole imprese che tendono a pagare livelli di tassazione più alti.
Ci aspetteremmo anche misure per il rimpatrio di capitali per tasse “intrappolate” all’estero. Tassare il denaro estero al 12% come è stato proposto dal Congresso la settimana scorsa, potrebbe portare indietro miliardi di dollari agli Stati Uniti. Infine, sottolineiamo che i fondamentali del mercato azionario US sono robusti anche senza quanto sopra, data la forte crescita degli utili aziendali che abbiamo visto nel 2017, destinata a continuare l’anno prossimo contemporaneamente alla crescita globale.
Poiché il processo politico è difficile da prevedere e nel 2016 ci ha ricordato che può offrire sorprese, riteniamo che un approccio equilibrato alla costruzione del portafoglio sarà fondamentale per gli investitori per navigare le condizioni di mercato in corso.
Infine, con il consensus sui ricavi per i prossimi 12 mesi a 17x, le valorizzazioni delle azioni americane sembrano abbastanza adeguate rispetto al lungo termine e data la forte crescita degli utili. Quando si esaminano altre classi di attivi come le Treasury Bonds, i cui prezzi sono stati distorti dalle politiche monetarie, il mercato azionario sembra poco costoso.