L’instabilità in Europa, l’accesso della Cina agli indici obbligazionari globali e l’incapacità delle Banche Centrali di procedere a una normalizzazione dei tassi. Sono questi tre dei temi principali con cui gli investitori avranno a che fare nei prossimi 24 mesi.
Persino a 10 anni di distanza dalla crisi finanziaria globale, le banche centrali fanno fatica a riportare i tassi di interesse a livelli normali. Negli Stati Uniti in particolare, ma anche in Europa e in Giappone, le autorità monetarie hanno ripiegato su un atteggiamento molto più accomodante. All’orizzonte potrebbero quindi attenderci un rallentamento della crescita economica, l’indebolimento del dollaro statunitense e dei tassi ancora più bassi di quelli attuali. E questo avrà implicazioni per tutti gli aspetti della finanza: dai mercati del reddito fisso a quelli emergenti, sino al prezzo del rischio di credito.
Anche il problema del debito in Italia non è una questione risolta, e le discussioni che si terranno in merito questo autunno potrebbero essere un momento chiave. Vediamo ancora un rischio potenziale nell’instabilità italiana, che solleva questioni più ampie sul settore bancario e sulla forma futura dell’Unione Europea.
Collegato a questo tema vi è quello della Brexit. La Gran Bretagna ha tradizionalmente operato come fulcro tra le tendenze anseatiche e quelle dirigiste. Senza il contrappeso dell’Inghilterra, si solleveranno dei dubbi sulla direzione del progetto europeo.
Guardando infine alla Cina, la superpotenza emergente rappresenta il terzo più grande mercato obbligazionario al mondo. Eppure, è ancora di prevalente appannaggio degli investitori domestici. Questo cambierà probabilmente con l’inclusione delle obbligazioni governative cinesi denominate in renminbi e dei titoli delle policy bank nell’indice obbligazionario globale Bloomberg Barclays Global Aggregate. Insieme all’aggiunta del renminbi nel paniere di valute con diritti speciali di prelievo del Fondo Monetario Internazionale, questa novità apre le porte dei mercati globali finanziari alla Cina.
Sarà un cambiamento epocale: stiamo assistendo a un programma di liberalizzazione economica al servizio di un riposizionamento dell’economia locale verso i servizi. Allo stesso tempo, sono in atto sforzi per ridurre il debito e l’inquinamento. Qualunque cosa si possa dire sull’outlook di breve termine per la Cina, quel che accadrà nel Paese nei prossimi due anni avrà ripercussioni nel lungo termine.