di Fidelity International

Le prospettive di mercato per il 2019

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il 2018 non sarà ricordato con particolare gioia dagli investitori, visto che la volatilità non ha risparmiato nessuno dei mercati. Le banche centrali hanno iniziato a ridurre le politiche monetarie del periodo di crisi, mettendo in discussione quelle che erano diventate vere e proprie convenzioni del mercato obbligazionario, ossia bassa volatilità, drawdown limitati e bassi rendimenti.

Prospettive fixed-income 2019

Secondo Martin Dropkin, Global Head of Credit Research: “La marea che ha sollevato tutte le barche ora sta defluendo, e il ritiro della liquidità iniettata nel periodo della crisi sta modificando le dinamiche del mercato obbligazionario. Nel 2019 qualità e selezione dei titoli rivestiranno un ruolo fondamentale per il conseguimento dei rendimenti obbligazionari. Con il ciclo restrittivo della Federal Reserve in pausa nel 2019, i rendimenti dei Treasury a 10 anni dovrebbero stabilizzarsi intorno al 3 percento e questa temporanea sospensione dovrebbe fornire un parziale sollievo anche al debito dei mercati emergenti.

Nel frattempo propendiamo per un posizionamento difensivo sul credito corporate, mentre il raffreddamento della crescita e gli elevati livelli di debito dovrebbero contribuire all’ampliamento degli spread.”

Prospettive Multi – Asset 2019

Secondo James Bateman, Chief Investment Officer per il comparto multi-asset: “I dieci anni del più lungo rally di crescita nella storia iniziano a farsi sentire insieme a segnali di incertezza, a cui fanno seguito ondate di volatilità sui mercati globali. Mentre le banche centrali si sono impegnate a tenere sotto stretto controllo eventuali segnali di inflazione dei salari, il mercato non sembra prestare particolare attenzione all’incremento dei prezzi. I “porti sicuri” rappresentati dalle obbligazioni USA indicizzate all’inflazione risultano di conseguenza sempre più interessanti”.

Al contempo, “pur restando ottimisti sull’andamento dei titoli azionari nel 2019, è d’obbligo muoversi con una certa prudenza. A livello tecnico, non abbiamo ancora ravvisato un’esuberanza irrazionale tale da indicare la fine del ciclo rialzista, un segnale particolarmente positivo per i titoli orientati al valore rispetto ai più “caldi” titoli orientati alla crescita.

Nei periodi di volatilità propendiamo comunque per un approccio neutrale rispetto agli investimenti azionari, nella consapevolezza che variare le posizioni nei momenti di temporanea turbolenza del mercato non sia quasi mai una buona idea. Nel complesso ci aspettiamo un contesto di mercato incerto, in cui ci orienteremo sugli investimenti alternativi quale fonte di rendimenti costanti e non correlati”.

Cina

Nell’attuale contesto di mercato, puntare sui titoli della “Nuova Cina” dovrebbe aiutare a far fronte senza problemi alla volatilità di breve periodo, permettendo di ottenere nel medio-lungo periodo una crescita sostenibile.

Secondo Raymond Ma, gestore di portafoglio: “I mercati azionari cinesi dovrebbero restare volatili nel breve termine, a causa delle preoccupazioni per l’aggravarsi delle tensioni commerciali sino-statunitensi, del deprezzamento del renminbi e di un possibile rallentamento dell’economia cinese. Dati gli aumenti dei dazi commerciali, le aziende cinesi dovrebbero registrare un calo delle esportazioni e quindi una riduzione degli utili e deflussi di capitali, nel momento in cui alcune società valutano uno spostamento delle sedi produttive fuori dalla Cina”.

La buona notizia è che il governo cinese potrebbe introdurre nuove politiche di allentamento fiscale e monetario per sostenere l’economia domestica e il settore dei consumi. Di conseguenza, le condizioni di liquidità e la massa monetaria dovrebbero migliorare in futuro.

Inoltre, la crescita degli investimenti in immobilizzazioni potrebbe accelerare, mentre la crescita dei consumi dovrebbe restare relativamente stabile. Le riforme in atto sul fronte dell’offerta potrebbero inoltre incrementare l’efficienza della produzione del Paese e favorire un miglioramento degli utili aziendali. In risposta alle recenti correzioni dei mercati azionari, sono scese le valutazioni.

Di conseguenza, nei prossimi due-tre trimestri si potrebbe aprire una finestra di opportunità a seguito del raggiungimento di un qualche accordo sulla controversia commerciale.

Tendenze demografiche

In un periodo di incertezza politica e macroeconomica, le tendenze demografiche si distinguono per la loro prevedibilità. L’accento posto sui titoli di qualità con ottime prospettive di crescita sottostante ha il potenziale per generare rendimenti superiori.

Secondo Aneta Wynimko, portfoglio manager, e Velislava Dimitrova, fund manager: “Ci troviamo in una fase molto interessante in cui l’ultimo trimestre del 2018 è iniziato all’insegna del ritorno della volatilità che si era già manifestata durante l’anno, per la precisione lo scorso febbraio. Le azioni statunitensi, che avevano espresso la miglior performance del 2018, ora evidenziano un andamento sostanzialmente piatto su base annua. Le tensioni commerciali, la paura delle politiche protezioniste e il rallentamento delle tendenze macroeconomiche in presenza di valutazioni elevate sono solo alcuni dei principali ostacoli per i mercati globali”.

“L’attuale contesto di mercato sembra segnalare l’imminente avvio dell’ultima fase di questo lungo mercato rialzista che, nonostante l’inizio incerto, ha senza dubbio accelerato negli ultimi due anni e mezzo, soprattutto grazie al buon andamento dei titoli a contenuto tecnologico e dei settori più sensibili al ciclo economico. Anche se ricordare la rischiosità degli investimenti azionari non è certamente una cattiva idea, questo è probabilmente il momento giusto per evidenziare l’importanza di una filosofia di investimento solida e consistente con focus su più cicli, sostenuta dalla ricerca bottom-up piuttosto che dalla ricerca di tendenze e cicli economici, più difficili da interpretare. Il nostro atteggiamento è quindi prudentemente ottimista. Preferiamo detenere titoli di qualità che siano negoziati a valutazioni ragionevoli.”