A gennaio gli investitori, in scia alle attese alimentate dalle politiche pro-crescita che il Presidente Trump annuncerebbe successivamente al suo insediamento, hanno accumulato posizioni sull’azionario Usa prediligendo strumenti long a leva, a discapito di posizioni short. Una brusca inversione di tendenza rispetto alla fine del 2016, quando gli investitori avevano per lo più comprato ETP short sull’azionario statunitense mentre riscattavano posizioni lunghe sullo stesso sottostante.
A rilevarlo è WisdomTree che ha reso noti i dati sugli scambi del mese di gennaio 2017 sulla piattaforma Boost di ETP short e leverage.
Nel dettaglio, i flussi su strumenti long a leva sull’azionario Usa sono stati pari a quasi $54 milioni, mentre $4.6 milioni sono stati i deflussi da posizioni short. Ciò a fronte di disinvestimenti su posizioni lunghe pari a $40 milioni (e afflussi di $14,6 milioni in posizioni short) registrati negli ultimi due mesi del 2016.
Tale è stata la domanda degli investitori per un’esposizione lunga sugli Stati Uniti, che a gennaio i flussi in entrata hanno sorpassato quelli totali netti dell’intero 2016 degli ETP (a leva e short) sull’azionario statunitense, pur ancora in presenza, come tiene a sottolineare Nick Leung, Research Analyst di WisdomTree, di elementi di incertezza che riguardano i piani di Trump.
“Gli investitori in strumenti Short e Leverage hanno continuato a posizionarsi in modo rialzista su Trump e sull’ azionario statunitense, in attesa che vengano dati maggiori dettagli sulle misure proposte: alleggerimenti fiscali per le aziende, nuove spese in infrastrutture e riforme di carattere legislativo. Tutti provvedimenti che dovrebbero favorire l’azionario Usa”.
Gli scambi sulle azioni a stelle e strisce a gennaio sono stati realizzati in un contesto di valutazioni rialziste, con l’indice S&P 500 che ha registrato un +2% nel mese.
Guardando ad altre asset class, gli investitori hanno modificato la loro opinione anche sulle prospettive del petrolio e del gas naturale.
Entrambe le materie prime sono state evitate in massa a dicembre dagli investitori, con deflussi da posizioni lunghe sul greggio statunitense, oltre a disinvestimenti sul Brent e sul gas naturale.
Una tendenza, quest’ultima, che lo scorso mese ha registrato un’inversione, con $27 milioni investiti in ETP long a leva sul petrolio e altri $26milioni in gas naturale. Posizioni corte sono state riscattate su entrambe le commodity, un ulteriore segnale, secondo Nick Leung, di un posizionamento contrarian sul mercato delle materie prime.
“I flussi contrastano con i trend dei prezzi, con i prezzi dei future sul gas naturale che hanno registrato una flessione del 16,2% in gennaio e con il greggio WTI giù del 3,4%”, ha sottolineato l’esperto di WisdomTree.