Le ultime trimestrali hanno confermato lo “stato di grazia” di Microsoft, Apple e Nvidia, che hanno registrato una crescita degli utili e del fatturato e che nel complesso sembrano ben posizionate per trarre beneficio dal tema dell’AI dominante negli ultimi mesi, quello legato ai “Large Language Model” (vedi Chat GPT) e alle loro applicazioni economiche, sempre più variegate e pervasive.
Il primo posto sul podio delle società che valgono di più al mondo oggi lo ricopre Nvidia che, grazie ad un forte aumento della domanda di microchip, in sole sei settimane ha raggiunto Microsoft ed Apple. Quest’ultima è, delle tre, quella che ha riportato i conti trimestrali meno eccezionali, complice qualche incertezza legata all’andamento del mercato cinese, anche se nelle ultime settimane la Società ha annunciato alcune iniziative legate al mondo AI che sembrano essere state apprezzate dagli investitori.
Crescita di fatturato e marginalità giustificano, almeno in parte, le valutazioni che questi titoli raggiungono, stellari se confrontate con quelle di qualsiasi altra large cap a livello mondiale, anche se più contenute rispetto ai record del passato e, in particolare, ai valori registrati nel 2020-2021, segno che la dinamica dei prezzi degli ultimi mesi è stata sostenuta da un importante miglioramento dei fondamentali, non solo dalla moda del momento.
Ad oggi i tre colossi valgono, da soli, quasi un terzo del Pil Usa e il 20% dell’S&P 500, una concentrazione che generalmente è destinata a risolversi o con un crollo dei nomi più rilevanti del listino o con un miglioramento delle performance del resto dei titoli. Per il momento, riteniamo che questa seconda sia l’ipotesi più probabile e che quindi, al di là del rischio di investire quando le valutazioni non sono molto convenienti, non sussistano pericoli aggiuntivi derivanti dall’iper-concentrazione dell’indice.
Guardando in prospettiva, nei prossimi dodici mesi, per i Magnifici 7 – tra cui figurano, oltre a Microsoft, Apple e Nvidia, anche Alphabet, Amazon, Meta e Tesla – è attesa una crescita degli utili di poco inferiore al 30%. In particolare, crediamo che sia Amazon che Meta siano potenziali candidate a superare la quota dei 3000 miliardi di capitalizzazione, potendo entrambe contare su modelli di business resilienti e importanti investimenti nel mondo dell’AI.