I mercati obbligazionari di frontiera offrono un’interessante opportunità d’investimento – inteso come investimento separato dal debito emergente globale per diverse ragioni. La più ovvia è che in tutti i periodi rilevanti i rendimenti dei mercati di frontiera hanno superato quelli del debito sovrano emergente più ampio.
I premi al rischio incorporati nei rendimenti delle obbligazioni sovrane high-yield emergenti sovracompensano il rischio associato alle insolvenze, poiché queste ultime sono relativamente rare e i tassi di recupero relativamente alti. In effetti, secondo uno studio sugli ultimi 200 anni gli emittenti sovrani più frequentemente inadempienti hanno in media sovraperformato rispetto ai loro omologhi che non sono mai stati inadempienti: questo perché i loro rendimenti, significativamente più elevati, hanno sovracompensato le eventuali – e relativamente contenute – perdite. Inoltre, i mercati di frontiera hanno sovraperformato anche rispetto ad altri asset high-yield.
Per oltre vent’anni, i mercati di frontiera hanno registrato circa la metà dei default rispetto all’high yield statunitense e tassi medi di recupero quasi doppi. La combinazione di questi due elementi implica che le perdite sui mercati di frontiera negli ultimi due decenni sono state inferiori di 160 punti base all’anno rispetto all’high yield USA. Poiché i mercati di frontiera hanno reso leggermente di più, il risultato netto è che, dall’inizio del 2002, i mercati di frontiera hanno sovraperformato l’high yield statunitense di oltre 200 punti base su base annua.
Oltre che in termini di performance assoluta, i mercati di frontiera offrono significativi vantaggi di diversificazione per un portafoglio globale a reddito fisso o multi-asset.
I mercati di frontiera continuano ad avere performance considerevolmente migliori rispetto alle altre asset class a reddito fisso, con un tasso di rendimento annualizzato dell’8,8% dal 2004 (utilizzando l’indice JPM NexGEM).
Riteniamo che la gestione attiva, unita all’elevato carry dell’asset class, compensi ampiamente gli investitori per i rischi connessi, rendendo ancora più interessante questo caso d’investimento.
Attualmente, i mercati di frontiera offrono un rendimento in dollari USA vicino al 7% (livello storicamente alto rispetto alla maggior parte degli altri asset a reddito fisso), e quest’anno hanno già fornito, ad oggi, un rendimento superiore al 4%. Recentemente sono sorte opportunità di investimento in Benin, dove è stata emessa un’obbligazione SDG, e in Ecuador, dove il nuovo governo sta introducendo una politica più prudente, che comprende una rinegoziazione del programma del FMI che dovrebbe concludersi nei prossimi mesi.
Le prospettive per l’Ecuador sono migliorate, grazie alla recente assegnazione dei diritti speciali di prelievo (DSP), che ha aumentato considerevolmente le riserve; tuttavia permangono sfide significative, poiché il Presidente Guillermo Lasso deve affrontare una difficile battaglia per far approvare le proprie politiche in un Congresso diviso.