Giovedì scorso il mercato delle obbligazioni Usa sembrava essere sulle montagne russe, dopo che il rapporto sull’inflazione statunitense ha dato il via a un sell-off giornaliero di 25 punti base sul Treasury a 2 anni; il mercato dei future sui Fed Funds ha prezzato una probabilità del 20% di un rialzo dei tassi prima della riunione di marzo e una probabilità del 70% di un ulteriore rialzo di 50 punti base al momento della riunione di marzo.
Il rapporto sull‘inflazione di giovedì è stato più solido delle nostre aspettative di consenso. E questo, insieme al rapporto sulla situazione occupazionale di gennaio, che ha mostrato un peggioramento delle tensioni salariali nonostante i miglioramenti dell’offerta di lavoro, è andato a conferma di uno scenario in cui la Fed possa dare il via al ciclo di rialzo dei tassi a marzo e li riveda al rialzo anche nelle riunioni successive fino a quando l’inflazione non mostrerà segni di moderazione, cosa che ci aspettiamo ancora nella seconda metà dell’anno. In altre parole, la situazione di rischio che abbiamo evidenziato qualche settimana fa sembra essersi concretizzata in fretta; ora ci aspettiamo 5 rialzi dei tassi quest’anno (marzo, maggio, giugno, settembre e dicembre) con il rischio di ulteriori ritocchi.
Riteniamo che la possibilità che la Fed annunci un rialzo prima della riunione di marzo sia praticamente nulla e crediamo che la maggior parte dei funzionari della Fed preferirebbe non effettuare un rialzo di 50 punti base nella riunione di marzo.
I fattici suggeriscono ancora che una spirale salari/prezzi non è imminente. Tuttavia, con Powell e Brainard ancora in attesa della conferma da parte del Senato, potrebbe essere più difficile per gli alti funzionari dare comunicazione ai mercati prima della riunione di marzo (e ricordate che il rapporto CPI di febbraio sarà pubblicato durante il periodo di blackout).
Pertanto, ammettiamo che i prezzi di mercato possano diventare una profezia che si autoavvera, se i funzionari della Fed dovessero ravvisare dei rischi maggiori nel sorprendere i mercati.
In altre parole, se la reazione del mercato è andata nella direzione giusta, la portata del movimento è stata estrema rispetto alla nostra interpretazione dei recenti dati macro e il ritracciamento delle obbligazioni Usa di venerdì ci è sembrato ragionevole