Opinioni pagina 139
“La liquidità già scarna sul mercato è peggiorata, con gli investitori che si affrettano a comprare prima dell’ingresso della BCE. La domanda è talmente forte da aver superato l’offerta”.
“Non solo: sempre in una giornata, sono stati scambiati più contratti sull’acciaio a Shanghai che azioni in tutta la Cina”.
Se una non-Brexit si materializzasse, l’economista dubia che gli euroscettici siano pronti ad accettare il risultato delle urne al referendum del 23 giugno.
Nel secondo trimestre dell’anno dovremo fare i conti con la persistente debolezza delle materie prime (fino a quando il petrolio non dovesse tornare oltre quota 43.50 non vediamo possibilità di scenari strutturalmente rialzisti) e con l’andamento dei listini azionari sui quali notiamo due velocità di movimento. Sul fronte Usa, la ricerca di rendimenti offerti dall’azionario
Banche centrali stanno serrando presa sull’obbligazionario. Investitori hanno bisogno di portafogli robusti. È giunta l’ora di concentrarsi sui fondamentali.
Prima del vertice di Doha il petrolio ha approfittato dei segnali favorevoli per stabilizzarsi. Ma lo scenario è destinato a cambiare.
Mercati sovrareagiscono ai dati macro, perché gli operatori attribuiscono loro grandissima affidabilità. Ma si sbagliano. Le statistiche vanno relativizzate.
In un contesto di tassi di interesse negativi ci sono alcuni asset che acquistano una maggiore appetibilità. In alcuni casi si può assistere a rendimenti che raddoppiano.
L’impossibilità dello Stato di incidere sul sistema mette in crisi non solo gli istituti bancari ma anche il sistema produttivo e commerciale dell’Italia.
Il contesto estremamente basso dei tassi potrebbe portare diversi operatori “verso allocation di portafoglio che sono al di là della propria tolleranza al rischio.”