di Giovanni Falcone

Politica nazionale e legge elettorale: ultima fermata

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Politica nazionale & legge elettorale: ultima fermata

Dal Mattarellum di anziana memoria al modello tedesco bocciato dai soloni del M5S a giugno scorso, le proposte fatte dal Partito democratico nel recente periodo per una nuova legge elettorale non sono mancate.

Dopo il giudizio divino della Consulta del 24 gennaio u.s. che, con la bocciatura del “ballottaggio” contenuto nell’Italicum,  ha stabilito che in Italia è meglio che non vinca nessuno per assumersi la responsabilità di governare, a parole tutti cercano una soluzione.

Soluzione per modo di dire, si intende, utile per sopravvivere e in pratica vivere alla giornata che, senza un vincitore alle politiche della primavera del 2018, nella migliore delle ipotesi facendo un Governo delle larghe intese: mettiamoci insieme, anche se non la pensiamo allo stesso modo, tiriamo a campare e andiamo avanti per inerzia come si è fatto da 70 anni a questa parte.

Come ho detto infinite volte in precedenza, in Italia un Governo che decida, prenda delle decisioni, faccia le riforme, semplifichi la vita agli italiani, non sono in molti a volerlo.

Un Paese, il nostro, che ha conosciuto 65 Governi in 70 anni al confronto dei 9 della Germania è tutto dire. Quello di copiare processi e meccanismi virtuosi che hanno dato prova di funzionare, come per l’appunto la Germania che tiene alta la soglia per l’accesso alla “poltrona parlamentare” del 5%, dovrebbe essere una scelta di buon senso, se non addirittura una necessità.

Invece niente: noi ci teniamo il nostro 3% al quale siamo affezionati da 70 anni e i Governi li facciamo durare poco, facciamo un po’ per uno, come si usa dire ”non fa male a nessuno”.

Noi, mantenendo questa soglia bassa, appunto del 3%, dimostriamo di volere una politica ben rappresentata, ben distribuita fra le tante lobby dell’economia, delle professioni e così non scontentiamo nessuno.

Oggi, da parte del Partito democratico è partita l’ennesima proposta da “ultima fermata” che non voglio neanche approfondire.

Eventualmente, ne parleremo più avanti, in un’altra occasione. Nel frattempo, siamo italiani, tiriamo a campare, tutto sommato ci è andata bene per oltre mezzo secolo, siamo sopravvissuti.

Ecco, proprio così, alla nostra classe politica, interessa sopravvivere perché vivere e risolvere i problemi, metterci la faccia, fare le riforme a loro non interessa perché per loro è sufficiente avere una poltrona comoda, spaziosa e duratura.

 

NOTA BENE: Le opinioni espresse e le raccomandazioni formulate sono da considerare personali e non rispecchiano necessariamente quelle di Wall Street Italia, i cui orientamento e linea editoriale rimangono indipendenti e neutri.