Politica: riforme, riforme, riforme!
I tentativi in corso di questi giorni ad opera dei vecchi tromboni della politica nazionale, al secolo Walter Veltroni, Romano Prodi, Pisapia e tanti simpatizzanti della Sai – Sinistra assortita italiana – come il nostro Dalai Lama nazionale, al secolo l’attuale Ministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando, il filosofo interno al PD che parla, parla, parla, al secolo Gianni Cuperlo, stanno suggerendo l’opportunità di aggregare le forze di sinistra sotto un’unica bandiera.
Insomma il solito minestrone che abbiamo già avuto la sventura di conoscere!
L’obiettivo di questi signori, in apparenza altruistico, mira nella realtà a disarcionare l’attuale segretario, posto che dalla mattina alla sera continuano a dire che bisogna reintrodurre l’Articolo 18 abolendo il Jobs act.
Dicono pure che la Riforma della Pubblica amministrazione, che gli stessi tromboni non sono riusciti mai fare deve essere abolita.
Per quanto lo abbia detto tante volte, vorrei ricordare a questi esimi “tromboni della politica” a tempo perso che il 4 dicembre 2016, grazie all’accozzaglia, è stato interrotto un grande ed epocale processo riformatore però in compenso, è nato il popolo del SI, del 41%, 13 milioni di persone che ancora si illudono che l’Italia si possa cambiare.
Al netto dell’accozzaglia, con la quale il popolo del SI è alternativo, riprendiamo quel percorso.
I risultati ottenuti dall’azione dei mille giorni e, a seguire, dal Governo Gentiloni – al netto di qualche grave distrazione, come la conferma del Governatore della Banca d’Italia per la quale gli italiani hanno diritto a qualche spiegazione – ci dicono che la direzione di marcia è quella giusta.
Finanche a Bruxelles si sono accorti che non siamo più il fanalino di coda dell’Unione europea e che la crescita sta viaggiando oltre le attese. Ciò detto, per salvare l’Italia, riprendiamo il processo riformatore. Il 41% degli italiani aventi diritto al voto, quelli che hanno rimesso Matteo Renzi alla Segreteria del PD con il 70% di consenso, saranno in grado di rimetterlo dove stava prima.
Il popolo del SI, è esattamente l’opposto dell’accozzaglia e molta di questa gente, mi consta, da tempo si è allontanata dalla politica andando ad ingrossare l’esercito degli astensionisti.
Per questo motivo il popolo del SI è ALTERNATIVO all’accozzaglia, alla politica a tempo perso. Il popolo del SI, vuole cambiare l’Italia, possibilmente senza zavorra capace solo di ostacolare questo processo.