Come durante la grande crisi finanziaria, anche nella crisi sanitaria il settore del Lusso ha saputo dimostrare grande resilienza, rivelandosi tra i settori con maggiore facilitĂ di ripresa grazie a dinamiche come la forte crescita del mercato potenziale, la bassa penetrazione in diversi mercati emergenti e nelle vendite online, fondamentale driver di crescita.
Il lusso si dimostra oggi un mix perfetto di pro-ciclicitĂ e crescita, ma con un buon grado di difensivitĂ dato da modelli di business consolidati, con struttura costi flessibile che rende la marginalitĂ meno affetta da periodi di crisi, e bilanci estremamente solidi.
Da circa metà 2020, il lusso continua a registrare un’accelerazione della crescita organica superiore a ogni altro settore di consumo. Una progressione ancor piu’ impressionante se si considera che in molti Paesi, soprattutto in Europa, le chiusure retail nel periodo superavano il 50% per gran parte dei brand.
Negli ultimi 12 mesi gran parte della ripresa è stata guidata dal mercato Cinese, ma sono stati gli USA a sorprendere particolarmente grazie agli effetti dei numerosi stimoli monetari insieme al successo della campagna vaccinale, in grado di accelerare le riaperture e migliorare fiducia dei consumatori e domanda locale. Dopo Cina e USA, sarà l’Europa “riaperta” a guidare la ripresa nella seconda metà dell’anno.
Pelletteria, ma anche gioielleria e orologeria hanno trainato la prima fase della ripresa ma sarà con tutta probabilità Il segmento “luxury experiences”, rimasto indietro perchè piu’ impattato dalla chiusura di molte attività quali alberghi e ristoranti a dare un ulteriore sprint al settore. Il mercato stima che per i prossimi 3-5 anni turismo ed esperienze luxury possano crescere ad un ritmo del 20% annuo, superiori al “solo” +10% annuo dell’intero settore lusso.
Un ultimo fattore di traino è il continuo consolidamento in atto e l’appeal dei brand del settore, anche grazie all’alto livello di liquidità nei bilanci. Negli ultimi mesi alcuni titoli hanno beneficiato di ipotesi speculative su scenari di M&A (come Exor in cerca di target, Armani non necessariamente più indipendente, Renzo Rosso candidato consolidatore, Ruffini-Stone Island, Kering reshuffling, LVMH-Tod’s etc).
Nonostante valutazioni assai ambiziose, molte societĂ hanno ancora davanti un forte potenziale di espansione, con marginalitĂ e capacitĂ di generazione di cassa in grado di rendere i ritorni appealing anche a prezzi apparentemente eccessivi.
In questo contesto, LVMH rimarrà tra le meglio posizionate, grazie all’esposizione al settore alberghiero con Belmond e Cheval Blanc, ma anche alla componente “beverage”, fortemente legata alla seconda fase di ripresa.
Brand come Moncler e Ferrari, che hanno finora registrato riprese meno entusiasmanti a causa di eccessiva esposizione Europea o impattate da one-offs, avranno probabilmente nuove leve di performance.
Infine Burberry, grazie alla ristrutturazione in corso e a valorizzazioni piu appealing, potrebbe sovraperformare il settore nei prossimi mesi.