Il rischio secolare consiste nell’emergere di nuove forze competitive, progressi tecnologici, cambiamenti nelle abitudini dei consumatori o cambiamenti normativi che siano strutturali e di lungo periodo. Ha come conseguenza una crescita più bassa, un restringimento dei margini e/o una riduzione dei multipli delle valutazioni.
Non si tratta di dinamiche cicliche o di una perdita temporanea di quote di mercato, ma di un fenomeno strutturale. Per le società vittime di queste disruption, la crescita dei ricavi e degli utili per azione, così come i multipli delle valutazioni, nei prossimi 10 anni saranno inferiori rispetto ai livelli dello scorso decennio.
Le nostre analisi indicano che circa il 31% del mercato azionario statunitense è soggetto a rischio secolare e circa il 35% degli utili dell’S&P500 deriva da società che sono toccate da tale rischio. Appena due anni fa, il rischio secolare coinvolgeva circa il 20% del mercato e il 24% degli utili dell’S&P500.
Gli esempi non mancano. Amazon è probabilmente uno dei fattori principali che stanno generando cambiamenti secolari per le altre società, in particolare nel settore del retail tradizionale, dei centri commerciali e dei supermercati. Con l’avvento di AWS, la piattaforma cloud di Amazon, anche l’industria del tech hardware è stata messa alla prova. IBM ha avuto una crescita degli utili a due cifre per anni; negli ultimi tempi tuttavia, gli utili sono finiti sotto pressione, dato che la società deve affrontare la minaccia secolare dei servizi basati sul cloud. Netflix ha generato disruption per le reti e i sistemi via cavo come Viacom e Discovery, che avevano modelli di business molto efficaci e che ora invece si trovano in difficoltà.
I progressi tecnologici nell’estrazione dello shale oil hanno scosso le principali compagnie energetiche, le società specializzate nell’estrazione offshore come Exxon e Chevron e le aziende di servizi energetici. I cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, come le preferenze per i nuovi brand e i prodotti organici, hanno messo alla prova i produttori di alimenti confezionati. Buona parte del settore sanitario è soggetto a stress secolare. Le banche tradizionali in futuro potrebbero essere messe sotto pressione sui depositi dalle banche alternative come Square o Paypal.
Aziende e settori in grado di sottrarsi al rischio secolare
Affrontare e superare il rischio secolare non è impossibile, anche se le probabilità sono contrarie alla maggior parte delle società. Nel 1988, Apple era considerata un’azienda senza prospettive. Ora è la seconda società dell’S&P500 per dimensioni: è stata in grado di sottrarsi al rischio secolare grazie all’innovazione. Un altro esempio: un paio di anni fa, sotto la guida del management precedente, Microsoft era considerata un ‘perdente’ secolare. Tuttavia, la nuova squadra di management ha trasformato la società rendendola ‘vincente’, con una solida seconda posizione nel mercato del cloud computing, in competizione con Amazon.
Il rischio secolare non rappresenta una minaccia per tutte le società. Tra le aziende che possono beneficiare del rischio secolare vi sono quelle del settore utility: infatti, la crescita delle energie rinnovabili come il solare e l’eolico stanno aiutando a spingere una crescita a tassi maggiori riducendo allo stesso tempo i costi per i consumatori. Il settore industrial, compreso l’ambito della difesa, è poco esposto – a meno che Amazon, Google o Netflix non inizino a sviluppare motori per areoplani e caccia da combattimento. Anche alcune aree dei servizi per il business e l’informazione finora sono state immuni. Le società che non sono minacciate dal rischio secolare, che rappresentano il 70% del totale, dovrebbero veder aumentare i propri multipli nel tempo.
Il numero di settori attraenti si sta riducendo, perciò saper gestire il rischio secolare è fondamentale per il successo negli investimenti. Affidarsi all’approccio tradizionale di regressione verso la media per le aziende è più difficile rispetto al passato, in particolare per gli investitori value. In passato, una società che avesse incontrato difficoltà per la perdita di una quota di mercato o per un ribasso ciclico poteva riscattarsi con un nuovo management o con buyback delle azioni, innescando un’inversione di rotta.
Ciò diventa più complicato se la società in questione è soggetta a pressione secolare. È difficile immaginarsi in che modo aziende come Viacom, Discovery o General Mills possano usare l’innovazione per superare le sfide secolari. Persino una società di successo, senza esposizione a questo tipo di rischio, che incontri però un vuoto d’aria nel suo percorso, può subire una grave compressione dei multipli, se il mercato ha l’impressione che i problemi siano legati al rischio secolare.
In conclusione, è importante individuare le società che sono soggette a rischio secolare, perché i loro utili potrebbero diminuire e i multipli delle valutazioni comprimersi drammaticamente. Di conseguenza, l’emergere di questo tipo di rischio rappresenta uno sviluppo estremamente favorevole per l’investimento attivo e una sfida significativa per quello passivo nei prossimi 5-10 anni.
Inoltre, ciò evidenzia l’importanza di un approccio di investimento a lungo termine, con un orizzonte temporale di 3-5 anni. I gestori di T. Rowe Price affrontano questo rischio con un’esposizione inferiore o un sottopeso strutturale verso le aziende soggette a rischio secolare.