I risultati incoraggianti dei test finali sul vaccino anti-Covid mettono il turbo ai settori value e innescano la correzione di quelli growth. Sarà questo il leitmotiv del 2021?
Con i conteggi elettorali ancora in corso e Trump che si rifiuta di concedere la vittoria all’avversario, nonostante i numeri siano, Pfizer lunedì irrompe sulla scena e annuncia al mercato che il vaccino anti-Covid che sta sviluppando ha mostrato un’efficacia del 90% nelle sperimentazioni di fase 3.
Lasciando da parte le dietrologie politiche, circolate subito dopo l’annuncio, la notizia in sé è ovviamente di grande importanza e non solo per i mercati finanziari. In realtà quello di Pfizer non è l’unico prodotto che ha raggiunto la fase finale di sperimentazione, ce ne sono almeno una decina, incluso quello europeo prodotto da Astrazeneca in collaborazione con l’Università di Oxford e con l’istituto di ricerca Italiano IRBM, che dovrebbe arrivare sul mercato già a gennaio.
L’impatto sui listini azionari globali è stato inequivocabile, in tutte le aree geografiche abbiamo assistito a una feroce rotazione che ha penalizzato tutti i settori che avevano maggiormente beneficiato della pandemia, tecnologico in primis, e favorito invece quelli più penalizzati, i ciclici in generale come finanziari e petroliferi. L’indice globale dei titoli “momentum” ha fatto registrare la maggior perdita giornaliera degli ultimi 20 anni, mentre l’indice dei titoli “laggard”, ovvero dei più sottovalutati del mercato, il guadagno più consistente.
Anche l’impatto sui tassi governativi è stato immediato, il Treasury decennale dai livelli minimi di 0,7% si è riportato in due giorni a ridosso dell’1%. Come più volte commentato anche su questa pubblicazione, il forte rally dei settori growth di quest’anno ha nell’aumento dei tassi e ancor di più nel superamento della pandemia i suoi peggiori nemici.
Se da un lato il differenziale di valutazione fra i settori value e growth ha raggiunto livelli estremi, dall’altro il movimento di questi giorni è stato dettato più da fattori tecnici, ovvero un veloce riposizionamento di operatori short seller, che da un reale cambio di regime di mercato. Le tempistiche in merito alla disponibilità su grande scala dei vaccini sono ancora incerte ed è quindi prematuro pensare ad una imminente ripresa di tutte le attività economiche.
E’ anzi verosimile stimare che almeno fino alla prossima primavera, le misure di contenimento resteranno con noi, seppur ad intervalli intermittenti.
La rotazione settoriale di questi giorni ha quindi limato parte degli eccessi creatisi quest’anno e lo spazio per un ulteriore recupero del value è ancora molto ampio. Alcuni dei processi di cambiamento che hanno visto un’accelerazione durante la pandemia sono però irreversibili e, al netto della recente correzione, il trend di settori inerenti al cloud computing, social network o vendite online, giusto per citare i più noti, è destinato a continuare anche negli anni a venire.