A seguito della vittoria di Donald Trump, come da attese il mercato azionario americano ha risposto positivamente registrando nuovi record. In particolare, all’interno del comparto azionario anche le small cap potrebbero tornare a brillare, poiché percepite come le beneficiarie di politiche più protezionistiche, in quanto maggiormente orientate verso il mercato interno e catene di fornitura locali, risultando pertanto meno influenzate dalla retorica tariffaria.
Tornando al 2016, nel mese successivo alla vittoria di Trump (08.11.2016–08.12.2016) il Russell 2000 aveva sovraperformato l’S&P 500 di quasi l’11%. Questa volta non ci aspettiamo necessariamente una risposta così estrema – anche perché la vittoria di Trump è stata meno inaspettata – ma la netta vittoria repubblicana crea indubbiamente un contesto più favorevole per le small cap. Inoltre, l’avvio del ciclo di allentamento da parte della Federal Reserve costituisce un ulteriore sollievo per le società a piccola capitalizzazione che avevano risentito maggiormente del rialzo dei tassi negli ultimi due anni.
Punti di forza
Nell’ultimo periodo, con il rialzo dei tassi e l’incremento dei costi di rifinanziamento, le small cap sono rimaste indietro rispetto alle large cap, ma osservando le loro performance negli Stati Uniti questa parte del mercato ha nettamente sovraperformato nel lungo termine; quest’ultime, infatti, offrono un premio di rischio aggiuntivo, motivo per cui gli investitori tendono a essere compensati con rendimenti più elevati nel lungo periodo. Inoltre, le società a piccola capitalizzazione sono solitamente più cicliche e maggiormente diversificate per settore. Pertanto, in una situazione come quella attuale in cui si prospetta una ripresa dell’economia – entrando in una dinamica di inizio ciclo – queste società sono in grado di trarre particolare beneficio da tale crescita grazie alla loro leva sulla ciclicità .
Investire oggi nelle small cap americane, considerato che molti investitori potrebbero già avere una buona esposizione alle large cap tech e growth USA, offrirebbe un’esposizione differenziata e complementare al proprio portafoglio. Guardando poi al contesto economico, le small cap ottengono una percentuale molto più elevata dei loro ricavi a livello nazionale rispetto alle large cap, che in genere hanno più ricavi (e utili) all’estero. Questa variabile gioco certamente a favore delle società a piccola capitalizzazione statunitensi: nell’ultimo anno, infatti, l’economia USA, così come il mercato del lavoro, si sono dimostrati molto più solidi di quanto molti investitori si aspettassero, allontanando le previsioni recessive e prospettando una scenario di soft-landing. L’elezione di Trump, con la sua agenda politica a supporto dell’economia domestica, va quindi ad aggiungersi ad un contesto già favorevole per questo segmento di mercato.
Prospettive future
Al momento, considerato il rapporto P/E a termine, le small cap scambiano a sconto sia rispetto alle large cap sia rispetto alla loro media storica. In entrambi i casi le valutazioni sono interessanti e, se dovessimo assistere a una rivalutazione del multiplo e a una riduzione dello sconto rispetto alle società di grandi dimensioni, ciò sarebbe vantaggioso per la sovraperformance delle small cap. Inoltre, le operazioni di fusione e acquisizione tra small cap, sia da un punto di vista di numero di operazioni che di volume, sono a un minimo ciclico.
A tal proposito, il calo dei tassi potrebbe contribuire a sostenere una maggiore attività di dealmaking, in quanto molte società ed entità che erano state scoraggiate dal rialzo dei tassi stanno tornando nuovamente alla ricerca di accordi per mettere a frutto la liquidità a disposizione. Con il ciclo di rialzo dei tassi si era infatti assistito ad un enorme trasferimento verso i fondi del mercato monetario – con i Money Market USA che hanno segnato un record di oltre 6 trilioni di dollari – ma oggi, considerato che una parte di questo flusso verrà reimmesso nei mercati azionari, ci aspettiamo che le transazioni aumentino di pari passo.
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OpportunitĂ di investimento
Le aziende a piccola capitalizzazione presentano spesso un potenziale di crescita degli utili superiore rispetto a imprese di dimensioni maggiori e più mature, ma dall’altra parte sono oggetto di ricerche meno approfondite da parte degli analisti; il nostro obiettivo è quello di scovare opportunità sottovalutate grazie al nostro processo di ricerca proprietaria e analisi dei fondamentali, identificando le società con le maggiori probabilità di sovraperformare nel lungo termine. Accanto alla ricerca fondamentale e analisi settoriale, riteniamo cruciale la relazione continua con le società che abbiamo in portafoglio; il team di gestione della nostra strategia dedicata, CT (Lux) American Smaller Companies, si rapporta ogni anno con oltre 700 aziende al fine di acquisire una conoscenza approfondita dei fattori trainanti le performance aziendali e delle prospettive di sviluppo del business.
In generale, ricerchiamo tramite una gestione attiva e un approccio bottom-up societĂ che presentino solide attivitĂ sottostanti e un valido modello finanziario, in grado di creare valore per gli investitori, e con un management team in possesso di esperienza e competenze necessarie a sovrintendere alla crescita del business nel lungo periodo.
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