S&P 500 verso nuovi massimi, ma correzione 10-15% è dietro l’angolo
Lo scenario macro per i prossimi mesi appare estremamente complesso.
Da un lato, la completa inversione di marcia da parte delle banche centrali continua a controbilanciare totalmente la crescita degli utili progressivamente più debole e ad alimentare le speranze che prima o poi vi sia una ripresa.
Dall’altro lato, l’indebitamento societario ha continuato a salire a livelli estremi, dalla Cina agli Stati Uniti, creando un’economia globale dipendente dalla crescita degli utili. Se tale crescita dovesse arrestarsi o calare, i flussi di cassa sarebbero insufficienti per sostenere gli attuali livelli di debito, portando a una potenziale cascata di downgrade e inasprimento delle condizioni finanziarie. Ciò a sua volta potrebbe facilmente causare una recessione, in una classica spirale negativa.
Dato l’atteggiamento estremamente accomodante delle banche centrali, se la crescita dovesse persistere ancora per un certo periodo, gli investitori, travolti dalle estreme oscillazioni del mercato e del sentiment che hanno caratterizzato gli ultimi quattro mesi, potrebbero essere forzati a tentare di sfruttare il percepito ritorno di uno scenario ‘goldilocks’. Questo probabilmente porterebbe a un re-test dei massimi per l’S&P 500 e persino ad un superamento di tali livelli.
È possibile che vedremo entrambi gli scenari quest’anno: una fase ‘goldilocks’ che porterà a guadagni addizionali, seguita da una fase ribassista. Visto che il mercato è piuttosto vicino a prezzare uno scenario ‘goldilocks’, il re-test dei massimi potrebbe essere prossimo e verificarsi prima che si materializzi qualunque correzione significativa degli asset di rischio.
Trimestrali deluderanno, conducendo a ripiegamento S&P 500
Successivamente, ci aspettiamo che la crescita degli utili si arresterà e che vi saranno aspettative disattese nella seconda metà dell’anno. Ciò condurrà a una correzione di circa 10-15%, a seconda di quanto saranno cresciuti nel frattempo gli asset rischiosi.
Dal punto di vista dei tassi di interesse, ci aspettiamo che si abbassino a livello strategico, anche se prima potrebbe verificarsi un rintracciamento tattico al rialzo.
In Europa, le elezioni potrebbero provocare qualche turbolenza di mercato. Restiamo convinti, invece, che la Brexit sia solo una fonte di volatilità nel breve termine e non un evento strategicamente negativo, a meno che il leader del Partito Laburista Jeremy Corbyn non vinca le eventuali elezioni anticipate.
Abbiamo una posizione lunga sulle banche europee, che stanno scambiando già ora a livelli da crisi o da recessione e che potranno godere di sviluppi positivi come il nuovo programma di Tltro in arrivo, tassi di interesse e la marginale ripresa in Cina. Siamo invece corti sui Btp italiani, che rappresentano a nostro avviso l’unico tail risk in Europa.
Infine, crediamo che investire nei metalli preziosi rimanga uno dei modi migliori per affrontare la fine del quantitative tightening e l’introduzione del nuovo ‘price level targeting’ da parte della Fed più avanti nel corso dell’anno.