Proprio quando stavano tornando a esserci dubbi sulla forza dell’economia americana, ecco arrivare un nuovo dato positivo sull’occupazione. I payroll non agricoli a luglio sono cresciuti di 255.000 unità , superando le attese di un rialzo di 180.000. Le revisioni nette sono state positive: l’aumento del mese precedente è stato rivisto al rialzo di 5.000 unità , attestandosi a 297.000 unità .
Buone notizie anche dalla paga media oraria (+0,3% m/m, +2,6% a/a) e dalle ore medie lavorate, attestatesi a 34,5. Entrambi i dati hanno superato le attese. L’unica delusione è arrivata dal tasso di disoccupazione, che è rimasto al 4,9% rispetto alle attese di un calo al 4,8%, sebbene ciò rifletta un aumento del tasso di partecipazione.
I dati pubblicati oggi (5 agosto) suggeriscono che l’attività economica degli Stati Uniti sia in ripresa, con le imprese che assumono e i salari che crescono. Il PIL debole registrato nel secondo trimestre sembra aver sofferto eccessivamente dei tagli alle scorte, che non ci saranno nel trimestre attuale. Il ritmo della crescita dei posti di lavoro, combinato con le ore lavorate, indica un’economia in accelerazione nel trimestre in corso.
I dati sorprendono, in un quadro in cui gli utili societari sono in calo anche fuori dal settore energetico, ma suggeriscono che le imprese stiano registrando segnali positivi dalla domanda sottostante. Ciò sarebbe però confermato solo se la spesa per investimenti iniziasse a ravvivarsi dopo un secondo trimestre modesto.
Infine, per quanto riguarda la Federal Reserve, i dati sul mercato del lavoro lasciano la porta aperta a un rialzo dei tassi di interesse a dicembre. Prima di allora, i rischi politici faranno sì che l’Istituto centrale americano resterà a bordo campo.