Tempesta perfetta sui mercati, i tre fattori di rischio più alti
NEW YORK (WSI) – La fine dell’anno solare è tipicamente caratterizzata da forti riduzione della liquidità così come è ridotto il numero di trader attivi nei principali centri finanziari globali. Inoltre, molti attori istituzionali non operano e riportano le loro posizioni in modo da farle coincidere con la fine dell’anno fiscale.
Questo fenomeno di liquidity crunch avviene in particolare negli ultimi giorni di novembre e soprattutto di dicembre. Da qui, il rischio di rollover elevati sul dollaro americano, yen ed euro in particolare.
Nello specifico ci sono tre fattori che potrebbero acuire questo fenomeno ciclico di riduzione della liquidità:
1. L’ampia liquidità del mercato è molto diminuita. Non solo sul fronte obbligazionario. Il problema è evidentemente esteso
2. Fenomeno di effetto domino sul mercato valutario che inizia a intravedersi
3. Eventi critici forieri di possibili incrementi di volatilità nel mese di dicembre, che possono dunque amplificare i rischi per gli investitori di breve periodo.
1. La liquidità si è ridotta drasticamente nei mercati
Se si effettua una ricerca di liquidity crunch su Google è facilmente riscontrabile la presenza dei più disparati report dalle più varie fonti. Uno di questi, redatto dalla Fed di New York, mostra il deterioramento del mercato dei titoli di stato americani, considerati uno degli asset più sicuri al mondo. Un altro illustra come la PBOC (banca centrale cinese) abbia inondato di liquidità il circuito finanziario domestico in virtù di potenziali “strette” per fine anno. Non vi è naturalmente correlazione tra questi due esempi, ma l’implicazione comune è piuttosto chiara: la liquidità è sempre più ridotta per un largo ventaglio di istituzioni finanziarie e mercati. La maggior parte dei trader sul mercato valutario sono rimasti relativamente protetti dalla riduzione di volatilità, in particolare per le famose valute del G7, anche se gli effetti iniziano a prodursi anche per le valute più scambiate a livello mondiale.
2. Il rischio di liquidità si è esteso anche al Forex
Un repentino allargamento dello spread Bid/Ask del cambio euro-dollaro dello scorso 12 Novembre 2015 può essere interpretato come un segnale del fatto che il rischio di liquidità riguarda da vicino anche il mercato valutario. La liquidità disponibile si è notevolmente ridotta lo scorso anno. Tra le 8.15 e le 8.30 del mattino (ora di New York) del 12 Novembre quando lo spread Bid/Ask sull’Eurodollaro è aumentato fino a 10 pips nel circuito interbancario, non vi era stata nessuna news inaspettata che giustificasse infatti un’improvvisa caduta della liquidità su questo cross.
È doveroso sottolineare come sia il cambio più negoziato al mondo. Esso rappresenta all’incirca un quarto dell’intero volume del mercato valutario, e lo spread medio all’interno della piattaforma interbancaria è di 1,1 pips. Appare perciò piuttosto inspiegabile ritenere che le condizioni di mercato si siano rapidamente deteriorate a tal punto da condurre a un incremento dello spread così notevole.
Il punto è chiaro: se il cambio valutario più negoziato al mondo accusa simili gap di liquidità, è lecito attendersi che quelli meno liquidi (es. le valute cosiddette emergenti) potrebbero essere minate in misura più che proporzionale da tali condizioni di mercato. Tutto ciò renderà la fine dell’anno particolarmente soggetta a rischi ulteriori.
3. Con il meeting della Fed, rischio di altissima volatilità
Il rischio di liquidità della fine dell’anno è già di per sé significativo, ma è acuito indubbiamente da un calendario economico piuttosto ricco di eventi che può amplificarne notevolmente gli effetti. La combinazione del meeting della Banca Centrale Europea e della testimonianza del Governatore della Fed Janet Yellen al Congresso degli Stati Uniti, oltre che la pubblicazione dei Non Farm Payrolls tra il 3 e il 4 dicembre concentrano l’alto rischi di volatilità all’interno di un periodo estremamente ristretto.
Tipicamente gli investitori pagano un premio per la volatilità nelle ultime settimane dell’anno, ma l’aumento, questa volta, potrebbe risultare considerevole. I rischi di liquidità e di volatilità potrebbero creare la potenziale tempesta perfetta.
Date le condizioni illustrate, la cautela per gli investitori di breve periodo è d’obbligo. Mercati illiquidi possono minare la profittabilità delle operazioni. Se inoltre la mancanza di liquidità nell’interbancario dovesse palesarsi durante violenti movimenti di mercato, l’esecuzione potrebbe risultare grandemente compromessa. La scarsità di liquidità potrebbe inoltre ripercuotersi in maniera importante nel circuito dei prestiti interbancari, e ciò potrebbe tradursi in elevati costi di rollover nel Forex.