Terrorismo internazionale: dall’11 settembre 2001 sono ancora americano!
Nella immediatezza del gravissimo attentato terroristico dell’11 settembre 2001, che sembra aver caratterizzato l’inizio del nuovo millennio, tutti ricordiamo la grande testimonianza di solidarietà manifestata dal mondo civile verso gli Stati Uniti ed i familiari delle tante vittime del massacro.
Allora, all’unisono, dicemmo in coro: “siamo tutti americani”.
Il senso di quella frase era quello di rispondere, tutti insieme, agli strateghi dell’attacco terroristico di matrice islamica: “Noi occidentali, ci sentiamo tutti colpiti, reagiremo insieme a tutto il popolo americano. reagiremo sotto un’unica bandiera, quella della civiltà, della tolleranza fra i popoli, della libertà e del benessere.”
La reazione non è stata istintiva, bensì ragionata e pianificata.
Si è cominciato a parlare di “guerra preventiva”, cioè di trovare il modo di colpire il nemico prima di subirne gli effetti in casa propria, così come il devastante attacco alle Torri gemelle aveva già dimostrato.
La strada è lunga, tutta in salita e da quello che stiamo vivendo in Europa, i sacrifici fatti e da fare sono ancora tanti, anche in termini di vite umane.
La libertà costa cara.
L’Italia e l’Europa intera ricorda quello che ha fatto l’America per liberarci dal nazifascismo nel ’45 con la Seconda guerra mondiale e consentirci di vivere in un mondo libero.
E’ questo il nostro compito, l’unico e vero impegno della nostra generazione: lasciare un mondo di pace, prosperità e benessere alle generazioni future.
Ora, alla luce dei sedici anni passati che ci separano dal gravissimo attentato terroristico delle Torri Gemelle, sia pure al netto degli errori fatti nella guerra all’Irak, nella Primavera araba, vorrei chiedere: esiste ancora la solidarietà nata sulle ceneri delle Torri Gemelle?
Siamo sempre americani? vorrei tanto sperare che la riposta fosse si…!