Secondo il nostro scenario di base, il recente calo dei rendimenti dei Treasury si invertirà in una certa misura, poiché alcuni dei fattori a breve termine che spingono i rendimenti verso il basso si attenueranno. Tuttavia, riconosciamo i rischi che i rendimenti possano scendere ulteriormente. Guardando al lungo termine, ci aspettiamo che i rendimenti dei paesi sviluppati rimangano all’interno di un range a livelli relativamente bassi.
All’inizio di agosto, il rendimento del Treasury a 10 anni era sceso all’1,18%, in calo significativo dal picco post-pandemia dell’1,75% di marzo. Crediamo che il calo sia dovuto in parte alle forze macro, compresi i nuovi timori sulla pandemia che ostacolano la ripresa economica. Anche una confluenza di fattori tecnici e fondamentali ha contribuito al calo dei rendimenti. I costi di copertura valutaria sono scesi ai minimi pluriennali, aumentando l’attrattiva delle obbligazioni ad alto rendimento denominate in dollari per gli investitori esteri.
I livelli di finanziamento delle pensioni private statunitensi hanno raggiunto un massimo di 13 anni, incoraggiando gli investimenti pensionistici in titoli a reddito fisso. Una tipica stasi estiva nell’offerta di obbligazioni ha anche fatto la sua parte, insieme a un’attenuazione dell’eccesso di sentiment ribassista verso i Treasury, in particolare tra gli investitori che fanno leva.
Nei prossimi mesi, la volatilità dei tassi potrebbe persistere, anche se nel nostro scenario di base ci aspettiamo che i rendimenti si spostino leggermente più in alto, in un range di circa l’1,5%-2%, quando alcuni di quei fattori che spingono i rendimenti verso il basso inizieranno a diminuire. Numerosi sviluppi potrebbero contribuire all’aumento dei rendimenti.
Per esempio, alcuni dei fattori legati all’offerta che hanno recentemente spinto l’inflazione potrebbero persistere più a lungo se la ripresa prende piede. Questo include il mercato del lavoro statunitense, che potrebbe potenzialmente raggiungere livelli coerenti con la piena a un certo punto il prossimo anno. Il che potrebbe accresce i timori legati all’inflazione nel mercato obbligazionario. In secondo luogo, un’eventuale fine degli acquisti di titoli di Treasury da parte della Federal Reserve (tapering) eliminerebbe un importante cuscinetto contro le vendite eccessive di titoli del Tesoro che potrebbero avvenire se gli operatori di mercato diventassero meno ottimisti sul clima dei tassi.
Tuttavia, i rendimenti potrebbero continuare a scendere. Gli investitori che osservano le tendenze verso il “peak everything” – picco della crescita economica, picco degli stimoli, picco dell’inflazione – potrebbero decidere che anche i rendimenti si sono stabilizzati. Inoltre, con molte attività finanziarie vicine al loro pieno valore, anche una piccola notizia negativa potrebbe scuotere i mercati del rischio e sostenere la domanda di obbligazioni.
C’è anche il rischio di ulteriori ritardi nella ripresa globale a causa del percorso incerto della pandemia. Infine, la domanda estera di obbligazioni statunitensi potrebbe rimanere forte, dati i rendimenti bassi o negativi in molti altri mercati sviluppati.
Per il momento, gli operatori di mercato sembrano calmi circa le prospettive a lungo termine per l‘inflazione e i rendimenti del Tesoro. Le forze che hanno limitato i rendimenti generalmente più bassi per anni rimangono intatte, come la demografia, l’eccesso di risparmio globale, e la tendenza verso un uso esagerato delle risorse fiscali per il consumo – al contrario degli investimenti che aumentano la produttività.
Dal punto di vista degli investimenti, crediamo sia importante non concentrarsi su specifiche previsioni di rendimento e sulle strategie direzionali che ne possono derivare, preferendo mantenere le decisioni di duration in un contesto di portafoglio e concentrarsi su altre fonti di rendimento degli investimenti.