Il 2022 è stato uno degli anni più complessi dal punto di vista finanziario e più in particolare, per quanto riguarda il mondo degli investimenti. A differenza di altri periodi storici in cui i mercati persero più del 22-23%, il 2022 è stato maggiormente caratterizzato da un andamento negativo non solo dei mercati azionari, bensì da quello degli obbligazionari. Solitamente, ad un abbassamento delle azioni corrisponde un innalzamento del valore delle obbligazioni: questo concetto è alla base della diversificazione del portafoglio di investimento. Tuttavia, nell’ultimo anno si è verificato un crollo di entrambi i mercati (sia azionario sia obbligazionario) di oltre il 10%, un fenomeno che non si verificava dal 1931.
Nel 2021 abbiamo assistito a un aumento dell’interesse verso gli investimenti, con numerose persone che si sono approcciate per la prima volta a questa attività , nonostante l’andamento dei mercati fosse diretto verso i massimi e le valutazioni di mercato fossero molto alte. Oggi, con l’abbassamento di tali valutazioni, si osserva un andamento contrario da parte degli stessi investitori, i quali hanno cominciato a riconsiderare le proprie scelte finanziarie, guidati principalmente dalla paura di ulteriori ribassi. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, l’aumento dei prezzi dell’energia, la crescita dell’inflazione e la minaccia di una recessione, molti hanno rivalutato i propri progetti di investimento, spesso tornando a preferire il buon vecchio metodo dei “soldi sotto il materasso”.
In altre parole, molti italiani, intimoriti dall’incertezza politica ed economica in atto, hanno preferito non affidare i propri risparmi agli andamenti dei mercati azionari, facendo marcia indietro sulle attività di investimento. A questo proposito, però, è importante precisare che, a livello finanziario, l’insieme dei fattori geopolitici, economici e sociali è già incorporato nei prezzi e nelle valutazioni del mercato. Questo perché il mercato tende sempre ad anticipare l’andamento economico: un esempio lampante è stato l’avvento del Covid-19, quando abbiamo assistito ad un crollo repentino delle azioni a livello globale nelle prime due settimane di marzo 2020, seguite immediatamente da un forte rialzo dei mercati, durato per tutto il periodo della pandemia. C’è sempre paura nei confronti del mercato e ci saranno sempre validi motivi per non investire, ma, a questo proposito, la massima di Warren Buffett rimane estremamente attuale “be fearful when others are greedy and greedy when others are fearful”.
Markets climb a wall of worry
In Italia siamo soliti cercare di “fare il timing del mercato”, ovvero tentare di anticipare i trend e gli andamenti di borsa per individuare il giorno, il mese, l’anno perfetto per investire. Questa tipologia di approccio si rivela controproducente. Spesso il segreto sta nell’individuare la strategia migliore per sé stessi e continuare ad investire regolarmente, seguendo la rotta e gli obiettivi prestabiliti.
Secondo un recente studio realizzato da Anima sgr[1], molti italiani sarebbero tentati di liquidare i propri investimenti per orientarsi nuovamente verso il mercato immobiliare. La motivazione dietro a questa tendenza consiste nell’apparente senso di stabilità che gli investimenti nel mattone garantirebbero, poiché, a differenza delle azioni, non sembrano essere soggetti a continue variazioni e rivalutazioni. Questo spiega, ad esempio, come il 60% della ricchezza delle famiglie italiane sia affidato all’immobiliare[2].
Tuttavia, se confrontiamo il rendimento delle abitazioni in Italia con quello dei mercati azionari globali dal 2010 ad oggi, ci accorgiamo che il valore delle prime è sceso del 13%[3], senza includere costi di manutenzione e tasse, mentre i secondi, nello stesso periodo di tempo, sono cresciuti del 257%[4]. La scelta di puntare sui beni immobiliari, tipica soprattutto degli investitori italiani, è dunque frutto di una percezione, spesso errata, dell’andamento del valore nel corso del tempo.
Cosa aspettarsi dagli investimenti nel 2023
Negli ultimi anni, sul mercato finanziario italiano, sono arrivati numerosi operatori esteri, offrendo ai propri clienti una serie diversificata di servizi di investimento. Tuttavia, la maggior parte di essi non è stata in grado di localizzare tali servizi e prodotti sulla base dei bisogni e delle necessità specifiche degli investitori italiani. Un esempio è il livello di educazione finanziaria: in Italia gli utenti che si avvicinano al mondo degli investimenti spesso hanno bisogno di essere guidati attraverso una comunicazione semplice e chiara sui prodotti finanziari, sulle diverse modalità e tipologie di investimento e sulla sicurezza e affidabilità dei vari provider. In altre parole, gli investitori italiani richiedono oltre agli strumenti di investimento, anche la loro conoscenza per un utilizzo ottimale.
A tal proposito, è probabile che, con l’arrivo del nuovo anno, ci troveremo ad affrontare un periodo di costante incertezza al quale sarà necessario rispondere con disciplina, responsabilità e stabilità dal punto di vista economico e finanziario. Oltre il 32% della ricchezza finanziaria degli italiani è ancora depositata in conti correnti: con un tasso di inflazione medio del 6% in crescita, che ha toccato questi risparmi sono destinati a perdere metà del loro valore in 12 anni.[5]
In questo contesto, tutte quelle realtà che fino all’anno scorso hanno proliferato in un mercato definibile “bullish”, ovvero ottimista, spingendo le persone a fare trading in maniera urgente e azzardata, avranno numerose difficoltà a crescere. Lo strumento che più si presta ad assicurare alle persone un certo livello di benessere finanziario nella situazione in cui ci troviamo oggi è sicuramente l’investimento a lungo termine.
In conclusione, le necessità degli investitori italiani su cui i player del settore dovranno basare la propria offerta nell’immediato futuro sono principalmente legate alla sicurezza e alla credibilità . In un momento storico di forte insicurezze e preoccupazioni è importante essere in grado di instillare fiducia e rassicurare le persone, soprattutto dal punto di vista economico-finanziario. Il focus sulla sicurezza diventerà un must-have per tutti gli operatori del settore fintech, allo scopo di minimizzare il più possibile quegli aspetti che potrebbero generare ansia e insicurezza nei clienti, scoraggiandoli potenzialmente dall’intraprendere attività di investimento.
Un altro elemento fondamentale al fine di avvicinare sempre più tipologie di utenti al mondo degli investimenti è costituito dai minimi di accesso: la disponibilità economica degli investitori e il costo delle commissioni non dovranno rappresentare un limite all’accessibilità ai mercati finanziari. Questo aspetto si lega con le caratteristiche della nuova tipologia di persone che sempre più si sta avvicinando alla finanza, ovvero i giovani. Gli investitori italiani di domani sono principalmente all’inizio della propria carriera professionale, con un livello di istruzione medio-alto e che stanno quindi iniziando a prendere in mano il proprio benessere economico: a fronte di elevati tassi di inflazione e a un sistema pensionistico pressoché insostenibile, l’investimento rimane l’unica modalità di risparmio e guadagno nel lungo periodo.
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[1] Osservatorio ANIMA – Eumetra sul risparmio delle famiglie italiane, autunno 2022
[2] Credit Suisse – Global Wealth Report 2022
[3] ISTAT – Indice dei Prezzi delle Abitazioni (IPAB)
[4] Bloomberg – Rendimenti iShares Core MSCI World UCITS – ETF USD
[5] ISTAT – Indice Prezzi al Consumo (CPI); Associazione Bancaria Italiana (ABI)