NEW YORK (WSI) – La Bundesbank si schiererà anch’essa in favore di un taglio dei tassi di interesse. Secondo il Wall Street Journal questo accadrà se le previsioni della Bce sull’inflazione nel 2016 dovessero rivelarsi inferiori al previsto.
Una volta superata la paura di una iperinflazione, che attanaglia le autorità di Berlino da quasi un secolo ormai, anche la banca centrale di Germania sarebbe incline a imporre una serie di misure di allentamento monetario.
In sostanza il presidente della banca centrale tedesca, il falco Jens Weidmann, per allentare la crisi in Europa appoggerebbe finalmente il presidente della Bce Mario Draghi.
Tra le manovre prese in considerazione per il prossimo mese si parla di tassi negativi sui depositi e l’acquisto di prestiti cartolarizzati dalle banche, nella speranza di scongiurare i rischi di una depressione dei prezzi.
Le indiscrezioni stampa – il quotidiano americano cita una persona a conoscenza dell’apertura della Bundesbank – hanno favorito il dollaro nei confronti dell’euro, spingendo al rialzo petrolio e materie prime denominate in biglietti verdi.
Miswin Mahesh, analista di Barclays, ha spiegato all’agenzia Dow Jones che il petrolio sta senza dubbio giovando della debolezza della valuta europea.
Le previsioni sui prezzi al consumo nel blocco a 18 saranno pubblicate il 5 giugno alla prossima riunione della banca centrale europea.
Di solito le banche centrali sono contente che l’inflazione sia contenuta. Questo contribuisce infatti a mantenere basso il costo dei prestiti, offrendo un cuscinetto stabile e valido per famiglie e aziende intenzionate a spendere.
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Tuttavia, quando questa è troppo bassa – come nel caso di una deflazione – i debiti diventano più difficili da ripagare e i consumatori tipicamente tendono a rimandare gli acquisti, nella convinzione che i prezzi scenderanno ancora.
Sui mercati al momento la moneta unica cede lo 0,34% a quota $1,3714, Ieri aveva chiuso a $1,3758, il minimo da inizio aprile.
I contratti sul greggio con scadenza giugno avanzano dello 0,68% a quota 101,22 dollari il barile.