Berlino – La Commissione degli Affari economici e monetari ha approvato ieri la posizione dell’assemblea sulla supervisione del sistema bancario. Sara’ la base delle trattative con gli stati membri in vista dell’adozione di un testo sull’unione bancaria il 4 dicembre.
L’uomo che piu da vicino ha seguito il dossier e’ stato intervistato da Press Europ e ha parlato di “voltare la pagina dell’austerita’”, puntando a un piano europeo da centinaia di miliardi per rilanciare la crescita e alimentare gli investimenti e la mobilita’ dei giovani.
L’unione politica, ci crede Lei?
Si! Anche se ci sono delle resistenze che vanno superate. E spero che a partire dal 2014, data delle prossime elezioni europee, potremmo mettere in atto una nuova Convenzione europea, che doti l’Unione di nuove regole sul piano politico e che stabilisca il quadro dell’unione politica che verra’.
Pensate che il Parlemento debba giocare un ruolo nella vita economica dell’Unione e nella ricerca di soluzioni alla crisi economica?
Con il trattato di Lisbona il Parlamento e’ diventato co-decisionale. Penso che nello spazio di qualche hannno diventera’ una vera e propria camera legislativa. La camera dell’Unione europea dovra’ essere il Parlamento.
Oggi facciamo sentire le nostre voci per trovare soluzioni per gestire la crisi. Ci battiamo contro l’austerita’ che tutti gli analisti confermano che e’ deleteria: gli effetti di una politica basata unicamente sul rigore sono devastanti. Il debito non scende, la recessione si instaura, la disoccupazione aumenta e la domanda interna si riduce, l’Europa perde competivita’ sul piano internazionale e le previsioni per una ripresa (a dispetto di quanto dica Draghi, NdR) ci dicono che bisognera’ aspettare il 2014.
Avete delle proposte alternative?
Innanzitutto bisogna voltare la pagina dell’austerita’. E’ giunto il momento di investire. Aspiriamo a un piano europeo per la crescita, la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile. Un pian fondato sui finanziamenti delle reti di infrastrutture materiali e non. Del primo gruppo fanno parte le ferrovie, le reti energetiche, telematiche e rinnovabili. Della seconda categoria fanno parte l’istruzione, la formazione, la ricerca e la mobilita’ dei giovani. Si tratta di un piano da centinaia di miliardi che va messo in moto al piu’ presto.
E dove contate di trovarli questi miliardi, dal momento che gli Stati membri devono fare i conti con dei tagli di bilancio in molti casi enormi, perche’ sono rimasti senza soldi?
Dobbiamo emettere dei buoni del Tesoro europei – i famosi Eurobond – con l’obiettivo di reperire 3 mila miliardi di euro. Tale somma non l’ho inventata io ora, viene dall’analisi degli economisti guidati dall’ex presidente della Commissione Europea Romano Prodi e dall’economista italiano Alberto Quadro Curzio: 2.300 miliardi saranno destinati alla condivisione del debito e dunque alla riduzione dei tassi; i 700 restanti verranno invece usati per finanziare questo piano di investimenti.
Se diciamo a Merkel e ai cittadini tedeschi: “Ascoltate, il lancio di questi bond non vi costera’ un centesimo, perche’ la garanzia di questi Eurobond sara’ fornita dalle riserve in oro degli Stati Membri e dai loro immensi patrimoni pubblici”.
Che cosa pensate dell’ipotesi di creare liste elettorali transnazionali, con candidati che si potrebbero presentare anche in paesi diversi dalla loro nazione di origine?
Sono a favore. Sono anche a favore dell’elezione dei commissari da parte degli Eurodeputati, perche’ cio’ permetterebbe di privare i governi il diritto di nominare i commissari e di risolvere cosi’ il problema del deficit democratico, uno dei mali che affliggono oggi l’Europa.