Società

Ora solare, sabato lo spostamento delle lancette (ma l’abolizione è in arrivo)

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Per almeno altri due anni, nonostante la proposta di abolizione approvata dall’Europarlamento, si continuerà con il rito dello spostamento delle lancette nell’ultimo weekend di ottobre (e a marzo).
L’appuntamento è ormai dietro l’angolo: fra le 3 e le 2 comprese fra sabato 26 e domenica 27 si tornerà un’ora indietro, all’ora solare.
E fra tra sabato 28 e domenica 29 marzo 2020 la storia non cambierà: le lancette marceranno un’ora avanti erodendo parte del riposo notturno per sfruttare al meglio la luce del mattino.

Potrebbe essere l’ultima volta

Eppure, si era detto con grande risalto fra il luglio e l’agosto 2018, il Parlamento europeo aveva abolito solennemente lo stress del cambio d’orario, chiedendo ai Paesi membri di decidere in via permanente se mantenere l’ora solare o quella legale. Da allora l’Italia non ha ancora espresso la sua scelta in merito.
In generale i tempi di implementazione del nuovo regime sono ancora abbastanza lontani: infatti, gli stati membri che opteranno per l’ora legale sposteranno le lancette per l’ultima volta nel marzo 2021, mentre quelli che sceglieranno l’ora solare stabilizzeranno la scelta a partire dall’ottobre 2021.

Sembra, insomma, che il cambio dell’ora continuerà ad accompagnare gli italiani per altri due anni circa.
L’idea di abolire l’ora legale, avanzata da Finlandia e Polonia, ha riscontrato un deciso sostegno al Parlamento europeo. Secondo un sondaggio lanciato dalla Commissione europea l’80% circa degli abitanti del Vecchio continente vorrebbe abolire il cambio.

L’Italia, secondo un’altra rilevazione condotta (su mille soggetti) dall’Izi, andrebbe decisamente controcorrente: il mantenimento dell’ora legale, infatti, piace all’80%. Ma se proprio dovesse stabilizzarsi l’orario, una leggera maggioranza del 54% preferirebbe l’ora legale contro il 46% a favore di quella solare.

Benefici in flessione

Il risparmio energetico legato al miglior utilizzo delle ore di luce naturale produce un vantaggio ogni anno, scrive Terna, ma con benefici via via decrescenti. Dal 2004 al 2016 il risparmio complessivo è stato di 7,97 miliardi di chilowattora, per un valore di 1,3 miliardi di euro.
Se nel 2007 i chilowattora risparmiati erano stati 645, dieci anni dopo si è scesi a 567. Il consumo energetico dovuto all’illuminazione, infatti, sta perdendo importanza sul totale anche grazie a forme di emissione luminosa meno dispendiose come la tecnologia Led.