Società

Orban grida a complotto Ue: “è per invasioni barbariche”

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ROMA (WSI) – Tra i rappresentati più ‘illustri’ dell’ondata di xenofobia che ha travolto l’Europa di pari passo con la crisi dei migranti, c’è sicuramente lui: Viktor Orban, premier dell’Ungheria, pronto più che mai,ad affossare la politica di apertura inaugurata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, e a rendere sempre più profonde le crepe che stanno già spaccando l’Unione europea.

Orban ha ora gridato anche a una presunta cospirazione di Bruxelles, che vorrebbe trasformare il blocco negli “Stati Uniti d’Europa”.  Dopo aver costruito un vero e proprio muro per impedire l’accesso ai migranti; dopo aver chiesto a  fine febbraio un referendum sulle quote di distribuzione dei rifugiati, chiedendosi: “E’ possibile che siano gli altri a decidere con chi devono vivere gli ungheresi?”, Orban ora grida al complotto.

E nel corso delle celebrazioni che hanno ricordato la rivoluzione del 1848, in un discorso proferito a Budapest, Orban ha accusato anche Bruxelles di aver aperto le porte alle invasioni barbariche. A una folla radunata per le celebrazioni, il premier ungherese ha sentenziato:

“E’ arrivato il momento di suonare un campanello d’allarme e di unirci con gli alleati”, al fine di ribaltare lo schema dell’Unione europea . “Se vogliamo fermare l’immigrazione di massa, dobbiamo prima di tutto mettere i freni a Bruxelles”.

E ancora, parlando al Museo Nazionale:

Non è più consentito dire la verità. E’ vietato dire che l’immigrazione porti con sé crimini e terrore nei nostri paesi. E’ vietato dire che le masse in arrivo appartenenti ad altre culture siano una minaccia al nostro modo di vivere, alla nostra cultura, alle nostre abitudini e alle nostre tradizioni cristiane. L’immigrazione di massa è un’acqua che scorre lentamente e che erode lentamente la riva con un flusso persistente. E’ mascherata nelle vesti di problema umanitario, ma la sua vera natura è quella di conquistare spazi”.

Dunque, Orban minaccia:

“Non possiamo lasciare che Bruxelles si metta al di sopra della legge (…) Non permetteremo che spargano i frutti avvelenati delle politiche migratorie cosmopolite dell’Unione Europea. Non ci adegueremo ad importare il crimine, il terrorismo, l’omofobia e una banda di antisemiti pronti a dar fuoco alle sinagoghe”.

Orban non ha avuto nessun problema a paragonare l’immigrazione al terrorismo, e ha lanciato una vera e propria battaglia contro, in particolare, i musulmani, tanto che l’Ungheria ha denunciato la stessa Ue alla Corte europoea di Giustizia per non partecipare allo schema di ripartizione delle quote.