Complici le tensioni geopolitiche internazionali, nelle ultime settimane, l’oro è stato preso d’assalto dagli investitori alla ricerca di un porto sicuro dove parcheggiare la propria liquidità. Ne è derivato che da gennaio, le quotazioni dell’oro hanno segnato un aumento dell’8%. Ma questo è solo l’inizio. I prezzi del metallo prezioso appaioni destinati a crescere ulteriormente.
Ne è convinto Kieron Hodgson, analista di Panmure Gordon & Co, che, pur avendo una visione bullish nei confronti del dollaro, sostiene che ci sono tutti gli elementi affinché entro l’anno il metallo prezioso raggiunga vette più alte rispetto alle attuali. Oggi l’oro si muove sui massimi degli ultimi cinque mesi. I timori dei mercati sulla crisi fra Nord Corea e Stati Uniti mantengono il prezzo a livelli molto alti, anche se leggermente in calo rispetto a ieri: dopo aver sfiorato i 1.300 dollari l’oncia, il metallo giallo viene scambiato in Asia a 1.283 dollari.
Oltre alla tensioni geopolitiche, tra i fattori di incertezza principali, citati dall’analista spiccano la Brexit, le elezioni francesi, livello del debito cinese. Per Hodgson, l’oro raggiungerà tranquillamente 1.300 dollari per oncia entro il 2017 e salirà ulteriormente nel 2018 fino a toccare quota 1,350 dollari.
Positiva anche la view sui titoli delle società attive nel comparto. Nella lista dei buy sono finite Polymetal, Centamin e Randgold Resources. Spicca invece un “hold” per Acacia.