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Oro, atteso consolidamento nel breve prima di nuovi massimi

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Questo mese l’oro ha aggiornato un nuovo massimo storico portandosi oltre i 2.000$/oncia.
Le motivazioni di questo rialzo sono:
1) tassi reali fortemente negativi negli Usa (con quelli a 10 anni ai minimi storici);
2) interesse crescente degli investitori istituzionali nell’allocare una quota del proprio portafoglio in oro;
3) acquisti in ottica di bene rifugio alla luce sia delle incertezze politiche (Usa e Cina hanno rapporti diplomatici ai minimi termini), che dell’accelerazione dei contagi in numerosi paesi (tra cui gli Usa).

Gli analisti di Mps Capital Services evidenziano che dall’ultimo report trimestrale del World Gold Council emerge come nel primo semestre gli acquisti tramite ETF siano stati il driver principale della domanda, l’unica che evidenzia una crescita su base annua.
Tale tendenza, proseguono gli analisti, sta probabilmente proseguendo anche nel terzo trimestre considerato che l’ammontare di oro detenuto continua a registrare nuovi record senza pausa, superando di poche tonnellate la quantità detenuta dalla Germania, secondo detentore mondiale dopo gli Usa
Gli speculatori continuano ad avere posizioni nette lunghe, ma su livelli di circa un 40% in meno rispetto all’ammontare record registrato lo scorso settembre. Il recente rally è stato quindi cavalcato in misura più limitata dai fondi speculativi, il cui posizionamento non evidenzia quindi segnali contrarian.

Le prospettive per la seconda parte dell’anno

Secondo gli analisti di Mps Capital Services da una parte i fattori a favore sopra elencati spingono per un proseguimento del rialzo a tendere, poiché i tassi reali probabilmente resteranno su livelli bassi se non più bassi, l’incertezza sulla ripresa economica è altissima a causa dell’incognita sull’evoluzione della situazione sanitaria nel prossimo autunno/inverno, così come l’incertezza politica (relazioni Usa-Cina ed elezioni USA a novembre).

D’altra parte, occorre anche considerare, che segnalare target al rialzo rispetto ai valori attuali è diventata una “chiamata di consenso”, con numerose case d’investimento che si sono espresse in tal senso: Goldman Sachs aspetta i 2300$, Bofa addirittura 3000$ e probabilmente altre istituzioni rivedranno al rialzo i propri target a breve, a segnalare un elevato ottimismo che tuttavia ancora non si è tramutato in vera e propria euforia.
Inoltre, la stagionalità è sfavorevole nei prossimi mesi: negli ultimi 10 anni, settembre e novembre sono stati i mesi con le performance medie peggiori dell’anno con le quotazioni che, in particolare a settembre, sono scese 7 volte su 10.

Quindi un consolidamento, prima di un proseguimento è sempre più probabile. Gli analisti hanno poi provato a calcolare, pur essendo consapevoli dell’elevato rischio di errore nelle stime, un livello target.

Un primo metodo piuttosto semplice, è quello di calcolare a quanto corrisponderebbero i massimi storici del 2011 aggiustati per l’inflazione. Assumendo che, dopo quello decennale reale che è al nuovo minimo storico, anche il 5 anni torni ai minimi storici (-1,66% nel settembre 2012), si può proiettare un prezzo del metallo ancora una volta in area 2.200$.
Da un punto di vista di analisi tecnica, abbiamo infine provato a fare le classiche proiezioni al rialzo che si ottengono partendo dal top del 2011 al minimo del 2015. Livelli teorici di resistenza tecnica potrebbero essere individuabili a 2.255$, 2.358$ e 2.462$/oncia.

In sintesi, raggiunto e superato il target indicato lo scorso anno, per Mps Capital Services c’è ancora spazio per un ulteriore rialzo (2.200$). Tuttavia, alcuni elementi come il trade affollato (sebbene ancora non ci sia euforia) e la stagionalità avversa (settembre in particolare) potrebbero portare ad un consolidamento del movimento osservato fino ad oggi.

Pertanto per gli analisti non è possibile escludere una correzione nell’ordine del 5-10% rispetto ai valori attuali.
Nel medio periodo (12-18 mesi) per vedere nuovi massimi storici sopra i livelli menzionati (ad esempio 2500$, ovvero il valore in termini reali usando il PCE core deflator del massimo storico del 1980) è necessaria un’ulteriore forte espansione dei bilanci delle banche centrali con tassi reali ancora più negativi.