LEGNANO (WSI) – Entriamo nella cruciale settimana per i mercati finanziari, quella che vedrà il meeting del Federal Open Market Committee, il braccio della politica monetaria della Federal Reserve, che deciderà circa un possibile taglio del Quantitative Easing attuale di 85 miliardi di dollari al mese, sul quale molte aspettative sono andate a crearsi e in parte a scontarsi nei prezzi.
Le dinamiche di fine anno
Il consensus circa una riduzione degli stimoli monetari da parte della Federal Reserve, che si muoverebbe all’interno di una banda di oscillazione compresa tra i 5 e i 15 miliardi di dollari al mese, è evidentemente ancora minoritario rispetto alla gran parte delle attese ancora fermamente ancorate all’idea che il famoso tapering sarà una questione che riguarderà il 2014 e verosimilmente il prossimo Governatore dell’Istituto Centrale Americano Janet Yellen.
Le motivazioni le abbiamo spiegate più volte all’interno dei nostri articoli del mattino, così come più volte abbiamo analizzato i movimenti dei prezzi che da un paio di settimane sono andati ad articolarsi marcatamente sul mercato, restituendoci l’idea che le aspettative, quelle che in definitiva concorrono alla formazione dei prezzi, siano andate a riflettere una situazione nella quale l’idea del tapering appare tutt’altro che la più verosimile.
La dimensione contenuta delle vendite sui mercati azionari, il modesto rialzo dei rendimenti sull’obbligazionario e la relativa debolezza del dollaro americano contro parte delle major, sono elementi tangibili ed incontrovertibili. Oltre naturalmente all’evento catalizzatore del prossimo mercoledì vanno infatti prese in considerazioni quelle che possono definirsi le dinamiche di prese di profitto che occorrono naturalmente alla fine di periodi ben definiti, a cominciare dalla fine della settimana dei mercati finanziari, del mese e naturalmente dell’anno.
Potrebbe essere questo infatti, focalizzandoci sul mercato valutario, l’imminente futuro del biglietto verde che vive l’ambivalenza di una forza relativa importante contro lo yen giapponese e contro le commodities currencies, ma che si trova in posizione di debolezza contro euro, sterlina e franco svizzero. E se si pensa alla politica monetaria delle rispettive banche centrali di riferimento, il perché è presto spiegato. E’ lecito perciò potersi attendere un allineamento della dinamica attinente il greenback nel senso di ampie prese di profitto di fine anno riguardanti proprio i cambi EurUsd, GbpUsd e UsdChf, che dunque potrebbero fornire potenti segni di inversione che varrà la pena di valutare dal punto di vista tecnico.
Nikkei giĂą e Yen su
Ebbene, un tema tanto caro e che tanto suggestiona gli operatori dei mercati finanziari quali le correlazioni, trovano in questo abbinamento una delle poche rappresentazioni all’interno di questi mercati che faticano davvero a trovare stabili e regolari rapporti intramarket e intermarket che forniscano una chiave di lettura in più dei prezzi, così come era accaduto per gran parte del 2012 e per una buona prima metà del 2013. Questa notte infatti l’indice di riferimento giapponese ha messo a segno un importante ribasso di oltre 1,50%, e a ruota lo yen ha seguito con un rafforzamento importante contro il dollaro americano e, seppur in misura diversa, nei diversi cross valutari in cui esso è contenuto.
Il terremoto di forte magnitudo che ha riguardato l’est del paese ha evidentemente inciso, così come, tornando a questioni più strettamente attinenti i mercati finanziari, quelle che potrebbero proprio profilarsi come consistenti prese di profitto che infatti vanno a scontrarsi con delle release ancora positive che riguardano il colosso asiatico come evidenziato dai diversi Indici Tankan pubblicati questa notte per buona parte positivi.
E’ possibile perciò attendersi ancora un clima piuttosto pesante sulle Borse, come pare già dimostrare lo storno di questa notte dei futures su S&P500 ed un valutario che potrebbe sottolineare ancora una volta la fragilità del dollaro australiano e “simili”, e della sterlina che verrà interessata questa settimana da importanti release sulla Gran Bretagna.
QUADRO TECNICO
EurUsd: la settimana appena trascorsa ci ha restituito forte volatilità e volumi importanti sul fronte Eurodollaro e abbiamo motivo di ritenere che la ventura non sarà da meno. Il grafico daily sembra fornire possibili segnali di cedevolezza che, ad ora, contrasta però con i time frame più di breve che individuano ancora un cambio in ripresa delle prime resistenze a 1,3775 dalle quali pensare a vendite in ottica di operatività veloce e comunque con un rapporto Rischio/Rendimento non ottimale. L’area di supporto significativa resta ancora attorno ad 1,3740 su cui tentativi di ribasso potrebbero questa volta condurre con verosimile precisione alla soglia di 1,37.
UsdJpy: su un grafico daily i segnali che andavamo analizzando circa possibili ribassi del cambio sembrano palesarsi, e lo stocastico in divergenza regolare ribassista con il prezzo ne è ulteriore conferma. Lo stesso scenario è stato peraltro anticipato dai grafici a 8 ore e 4 ore che hanno fornito una buona chiave di lettura per discese del cambio che potrebbe mettere a segno lievi correzioni sul supporto a 102,60 in ripresa nel breve di 102,90 (divergenza rialzista oraria) e ripartenze per nuova violazione dei supporti e approdo in area 102,20. Se l’area di 102,90 dovesse essere superata al rialzo, occorrerà prestare attenzione a rialzi sopra 103 per lavorare in long verso le resistenze a 103,40.
EurJpy: scenari bearish daily anche sul cross, su cui grava però la costante forza di euro. Le confluenze grafiche di supporti statici e dinamici passano qui per area 141 punto possibile per riprese di breve verso 141,55 e 142,15, suffragate da potenziale buon Risk/Reward. Il primo di questi due livelli potrebbe però rappresentare un primo punto di arresto per il cambio che, se dovesse rompere l’importante area di 141, potrebbe mettere a segno significative discese verso area 140.
GbpUsd: la nota divergenza regolare ribassista sul grafico giornaliero ha anche qui manifestato i suoi importanti effetti, approdando con buona precisione verso i supporti e verso la cruciale media mobile a 21 periodi a 1,63. Da qui, come da attese, sono partite delle correzioni che potrebbero ancora proseguire a favore di area 1,6320 prima e 1,6340 poi. Buone da lì le vendite proprio con target verso i minimi precedenti a 1,6260, superato il quale, potrebbe esserci ulteriore strada verso area 1,6220 che rappresenta il 38,2% di Fibonacci rispetto alla salita del cambio dal 12 Novembre fino ai massimi del 10 Dicembre.
AudUsd: dopo l’ampio ribasso della settimana scorsa, il cambio ha trovato solida base di supporto proprio in area 0,89. Ampia dunque la congestione che ora caratterizza la price action e che, dato il buon RR, può ancora consentire acquisti verso area 0,8985 per possibili stop in pari ed eventuali approfondimenti verso 0,9015. Probabilisticamente vale però la pena di riflettere su nove potenziali vendite proprio in area 0,8985 verso i minimi, ancora una volta sfruttando un ottimo rapporto Rischio/Rendimento.
Ger30 (Dax): volumi molto ampi hanno accompagnato la discesa della settimana scorsa, in particolare proprio della giornata di venerdì. Volumi che hanno però trovato solo in parte giustificazione nella volatilità del prezzo e che quindi potrebbero essere un segno di possibili acquisti accumulatisi per risostenere la quotazione verso 9.060 e 9.090 punti sempre all’interno del preciso del canale ribassista formatosi dai massimi di inizio mese. Tecnicamente appaiono del tutto giustificati degli stop entry in vendita sotto 8.990 verso 8.940.
XauUsd (Oro): price action abbastanza confusa ora quella dell’oro. Precisa è stata la correzione rialzista rispetto al copioso movimento al ribasso, approdata al primo livello di Fibonacci da cui sono ripartite le vendite verso quello che potrebbe essere nuovamente l’area di 1.228 prima e 1.223 poi. Restano forti le resistenze in area 1.240 che però, se oltrepassate, potrebbero portare a buone salite verso area 1.250.
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