New York – L’investitore miliardario George Soros ha venduto tutti gli asset legati all’oro nel primo trimestre, con i prezzi del metallo prezioso che si sono issati verso nuovi record. Nel frattempo quello che viene considerato il migliore manager di fondi hedge, John Paulson, ha invece deciso di continuare a investire nella materia prima, scommettendo su un’estensione del rally.
Il gruppo Fund Management di Soros ha venduto il 99% delle sue quote nel fondo SPDR Gold Trust, tutti i 5 milioni di titoli nell’Etf iShares Gold Trust e ha ridotto l’esposizione in NovaGold Resources e Kinross Gold. Di contro, Paulson & Co. ha mantenuto le 31,5 milioni di azioni nel fondo SPDR Gold Trust e al contempo ha aumentato gli investimenti nelle societa’ minerarie come Barrick Gold e Gold Fields.
Ormai e’ da dieci anni che il metallo giallo continua a crescere di valore, attirando gli investitori vogliosi di guadagni sulla carta facili e piu’ alti di quelli che possono garantire azioni e bond, nonche’ valida alternativa alle valute. I fondi comuni come SPDR e iShares hanno raggiunto livelli record lo scorso dicembre. Dev’essere stato questo nuovo massimo ad aver impaurito Soros.
L’accelerazione dell’inflazione, la crisi del debito sovrano europeo, un dollaro in fase di indebolimento costante e la guerra in Libia sono solo alcuni dei fattori che hanno spinto al rialzo i prezzi dell’oro fino alla cifra piu’ alta di sempre di $1.577,57 l’oncia, il 2 maggio. Dal 13 maggio, pero’, i prezzi sono scivolati del 3,6% da quei livelli.
“Siamo alla fine del primo tempo del rally dell’oro e i grandi investitori si stanno posizionando in vista della seconda parte della partita”, osserva James Dailey, che lavora per TEAM Financial Asset Management. Solo al fischio finale si potranno trarre le conclusioni: “Quando il rally dei metalli preziosi terminera’, si assistera’ ad un passaggio verso le azioni corrispondenti”. Dailey prevede che l’oro raggiunga quota $2.500 nell’arco dei prossimi due anni.