Ora anche il nuovo ministro francese delle Finanze Nicolas Sarkozy vuole vendere riserve auree della Banca centrale per finanziare spese in ricerca. Il fatto è tanto più notevole in quanto fu la Francia a volere che una quota del 15% delle riserve della Banca centrale europea fosse in oro. La Banque de France, con le sue 3 mila tonnellate di oro, non ne è la maggiore titolare mondiale.
La Federal Reserve ne ha 8 mila, la Bundesbank 3.450, la Banca d’Italia 2.450. C’è chi pensa che le attuali difficoltà di Ernst Welteke, il governatore della Bundesbank autosospesosi in relazione allo scandalo dei regali della Dresdner Bank, derivino dal suo essersi fatto convincere dagli “ortodossi” della Banca dell’inopportunità di vendere l’oro. Invece il governo di Berlino avrebbe programmato di cederne 100 tonnellate all’anno per 5 anni, incassando circa 6 miliardi di euro.
Il ricavo verrebbe collocato in un apposito fondo e i relativi utili, pari a circa 200 milioni annui, sarebbero destinati a spese per la ricerca. Il piano di Sarkozy è analogo. Quanto alla Banca d’Italia, per lei il suo oro non si tocca. Ma le sarebbe arduo rifiutare di seguire l’esempio franco-tedesco se esso desse luogo a una mobilitazione di fondi per la ricerca, per di più con l’apporto dell’industria privata. I governatori della Bce e di 15 altre banche centrali, fra cui quelle di Italia, Francia e Germania, l’8 marzo a Basilea si sono accordati su un tetto di vendita dell’oro di 2500 tonnellate nei prossimi 5 anni, con una quota non superiore alle 500 annue.
Assenti dal patto Londra e Washington, è chiaro che le 100 tonnellate annue cui pensa Sarkozy sarebbero in linea con tale tetto: i governatori pensavano di monetizzare questo oro non per spese pubbliche ma per rimpinguare le riserve valutarie proprie, che però sono già in largo eccesso.
L’operazione è allettante perché l’oro quota oggi sui 425 dollari l’oncia e potrebbe toccare i 500, se continueranno terrorismo internazionale e crescita asiatica, i fattori che spingono il suo prezzo. Quella dei banchieri centrali è resistenza ingiustificata. Il termometro della persistente mancata cooperazione in Europa tra la politica monetaria e quella di bilancio.
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