Nonostante le tensioni geopolitiche restino forti, l’oro continua la fase di discesa che lo ha portato a rompere la soglia dei 1.300 dollari l’oncia. Tutto questo avviene mentre gli hedge fund scappano a gambe levate dal metallo prezioso.
Nella settimana chiusa al 15 maggio, gli speculatori hanno ridotto del 40% la posizione netta lunga al Comex, che è scesa così ai minimi da luglio dell’anno scorso. Complessivamente l’esposizione rialzista totale è scesa a 107.133 contratti, tra future e opzioni, la più bassa da febbraio 2016.
Secondo Ned Naylor-Leyland, gestore del fondo Old Mutual Gold & Silver, presso la Old Mutual Global Investors:
Il vero driver dell’andamento del prezzo dell’oro è la dinamica dei tassi di interesse reali. E per “reale” intendiamo, ovviamente, la differenza tra i tassi di interesse nominali e il tasso di inflazione. Con un range dei tassi di interesse reali ristretto, come nella fase attuale, a nostro avviso il prezzo dell’oro non andrà incontro ad alcun movimento repentino. Gli ultimi dati economici statunitensi hanno mostrato una leggera perdita di slancio, un riflesso della crescita globale in generale.
“Le più recenti cifre sull’inflazione degli Stati Uniti sono risultate marginalmente al di sotto delle aspettative degli analisti, deludendo le speranze di chi aveva attese rialziste sull’indice dei prezzi al consumo. Ma mentre l’inflazione potrebbe essere risultata inferiore al previsto, anche le aspettative sui futuri rialzi dei tassi di interesse (la cosiddetta “forward guidance”) si sono attenuate. Le stime sull’inflazione si sono ridimensionate, e quelle sui tassi d’interesse si sono ridotte. Una situazione di stallo… almeno per il momento”.
Quindi, quale sarà il catalizzatore di una variazione nel valore del metallo prezioso?
“Ebbene – continua l’esperto – la correlazione tra il costo del petrolio e l’inflazione potrebbe essere ripristinata, causando un aumento dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti. Per coloro che hanno una memoria abbastanza lunga, un tempo c’era sempre un nesso di causalità tra queste due variabili. Altrimenti, come stiamo dicendo da tempo, le aspettative che quest’anno la Federal Reserve possa rapidamente aumentare il costo del denaro per quattro volte potrebbero finire nel dimenticatoio. In tal caso, i tassi di interesse reali potrebbero effettivamente calare rispetto ai livelli attuali. E se così fosse, crediamo fermamente che inizieremo ad assistere a un qualche movimento al rialzo nel prezzo dell’oro”.
Intanto, sul Comex ieri le quotazioni dell’oro ieri sono scese fino a 1.281,76 dollari l’oncia, prima di risalire in serata intorno a 1.290 dollari. .