LEGNANO (WSI) – Nessun nuovo tema sul tavolo e settimana che si riapre all’insegna dell’incertezza su quello che potrebbe accadere negli Stati Uniti, anche se i prezzi ci fanno pensare che gli animi degli investitori siano abbastanza tranquilli, soprattutto per quanto concerne la questione riguardante il tetto del debito.
Borse sostenute ed oro in calo
Le borse, durante la giornata di venerdì, hanno chiaramente mostrato come il sentiment prevalente tra gli operatori fosse rivolto al risk on, seppur non totale (come visto insieme) dopo i rumor circolati su un possibile accordo per innalzare per sei settimane la soglia che può essere raggiunta dal debito americano.
L’S&P500, se osservato su un grafico orario, ha tenuto molto bene i supporti statici ed i prezzi, una volta appoggiatisi sulla media mobile a 21 periodi, sono ripartiti per compiere nuovi massimi relativi poco sopra 1,700.0, tutto questo di fronte ad un metallo giallo sotto forte pressione che, tecnicamente, si è comportato esattamente all’opposto rispetto a quanto appena visto.
I prezzi infatti non sono stati in grado di superare a rialzo l’area di resistenza statica passante intorno a 1,295.00 (livelli che prima hanno funzionato da supporto e poi da resistenza, coincidenti tra l’altro con la media mobile a 100 periodi) e dopo aver ritestato la media mobile a 21 sono scesi a sfiorare quota 1,260.00, dandoci l’ennesima conferma, se mai dovesse servirci, di come il suo status di bene rifugio sia da accantonare fino a quando non dovessero arrivare notizie destabilizzanti l’intero sistema economico.
Fino a quel momento (speriamo che non arrivi mai) le pressioni sul metallo giallo potrebbero perdurare, soprattutto nel breve periodo.
Questa mattina troviamo l’oro su livelli invariati ed i futures sugli indici americani che hanno mostrato dei forti gap ribassisti in seguito a quanto accaduto in Asia, dove il Nikkei è andato a correggere dopo la salita strutturale di breve periodo mostrata a partire dal triplo minimo visto pochi giorni fa, il che ci fa pensare a potenziali correzioni ribassiste, che non valuteremo operativamente fino a quando i prezzi non supereranno i supporti statici posti tra 1,685.0 e 1,680.0, livelli sui quali si potrebbero valutare addirittura acquisti dato il buon risk reward offerto.
Il dollaro australiano protagonista
Questa notte il gap più importante si è visto sul dollaro australiano, prima della pubblicazione di dati macro provenienti dalla Cina che hanno mostrato un’inflazione in crescita (3.1% vs consensus di 2.8%) che hanno riportato i prezzi sui livelli di pre-apertura. Continua perciò la fase laterale molto ampia (lievemente rialzista) che stiamo vivendo sul dollaro australiano, tra 0.9400 e 0.9500, senza che i movimenti di questa divisa vadano a correlarsi in maniera particolare con qualche altro strumento finanziario. Continuiamo a seguire logiche correlative soltanto quando ci riferiamo allo yen ad ai mercati di borsa asiatici, per il resto, ognuno va da solo.
QUADRO TECNICO
EurUsd: ci troviamo sopra le medie orarie, che hanno incrociato a rialzo, all’interno di una congestione poco chiara e che vede i livelli principali da seguire passanti a 1.35 ¼ e a 1.3585. Questi i punti che potrebbero portare a buoni aumenti di volatilità, verso 1.3615 o verso 1.3500, anche se il risk reward offerto dal cambio non sembra essere ottimale in qualsiasi caso. Buona l’idea di attendere il raggiungimento di livelli migliori per l’operatività.
UsdJpy: rafforzamento dello yen in seguito alla discesa vista sul Nikkei, con i prezzi che hanno tenuto l’area di 98.00 che ora, insieme a 97.90 (punti precedenti e media a 100 oraria) rappresenta un buon livello di supporto sul quale eventualmente pensare ad acquisti di dollaro, tenendo conto che un ritorno sotto 97. ¾ potrebbe lasciare spazio a rivalutazioni dello yen fino a 97.45. In caso di ripartenza è plausibile attendersi un raggiungimento dei massimi visti venerdì, che devono essere superati almeno di una quindicina di punti prima di pensare a salite importanti.
EurJpy: situazione simile a UsdJpy, con le aree di supporto passanti per 132.90. Nel caso in cui i prezzi dovessero oltrepassare il livello di 132.75 è possibile assistere ad accelerazioni verso 132.40, che rimane l’area principale da seguire prima di pensare ad eventuali posizionamenti short verso la figura.
GbpUsd: dopo la rottura ribassista della bandiera vista venerdì il mercato ha quasi raggiunto i minimi precedenti per poi ripartire in correzione. Ci stiamo avvicinando nuovamente all’area di 1.6000/6015 che potrebbe fungere nuovamente da resistenza, sulla quale pensare ad acquisti di dollaro americano tenendo conto che un superamento di area 1.60 ¼ potrebbe farci assistere a ripartenze verso 1.60 ¾. Se dovessimo rivedere i prezzi sotto 1.5940 è possibile attenderci nuovi minimi, con primi target verso 1.5860/80.
AudUsd: buone le resistenze passanti in area 0.9475 sulle quali è possibile valutare eventuali acquisti di dollaro americano per l’ottimo R/R offerto dal mercato. Un superamento di area 0.9485 potrebbe infatti portare ad accelerazioni verso 0.9525, livello di resistenza più importante che potrebbe comunque contenere le quotazioni e riportarle verso la parte alta di 0.9400. Si rende necessario un superamento di 0.9550 prima di pensare ad importanti ripartenze verso 0.9600.
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