Nelle ultime ore sono stati assestati due nuovi colpi, fra i tanti, all’immagine di Donald Trump: da un lato, è stato pubblicato uno studio indipendente sul (forte) impatto negativo sull’economia che avrebbe l’attuazione del programma del candidato repubblicano alla Casa Bianca, dall’altro un’inchiesta giudiziaria indaga su alcune operazioni della Donald J Trump Foundation, ente non profit di cui si sospettano irregolarità.
Sul fronte dell’economia, la simulazione della società di consulenza Oxford Economics mette in chiaro che l’introduzione delle barriere protezionistiche, il rimpatrio di milioni di migranti e la costruzione del muro al confine col Messico (ossia le varie promesse di Trump in questa campagna presidenziale), penalizzerebbero il Pil americano di mille miliardi di dollari entro il 2021. Se al momento le previsioni sulla crescita il ritmo di crescita del Pil al 2% annuo da qui al 2021, l’eventuale elezione di Trump, scrive Oxford Economics, condurrebbe il dato verso lo zero entro il 2019. La vittoria del magnate statunitense, comunque, non è lo scenario che la società di consulenza indipendente dà come più probabile.
Nelle stesse ore è stata annunciata, dal procuratore generale Eric Schneiderman, un’indagine giudiziaria sulla fondazione di Donald J Trump Foundation, che sarebbe stata impiegata in operazioni “improprie” per un ente non profit. Fra queste, viene contestato l’acquisto di un un ritratto di Trump, con 20mila dollari a spese della fondazione; ma più sospetta ancora è la presunta donazione di 25mila dollari al procuratore generale della Florida, Pam Bondi, proprio quando, nel 2013, egli stava valutando se procedere all’apertura di un’inchiesta per truffa ai danni della Trump University.
La rete di Trump, negata ogni accusa, si difende tacciando Schneiderman di faziosità nell’intraprendere questa azione contro la fondazione: la fede democratica del procuratore generale è infatti conclamata, così come il suo sostegno per la rivale di Trump, Hillary Clinton.