Oxford Economics: con Draghi ci sarà ritorno alla “dolce vita”? E’ presto per dirlo
Mentre l’Istat ha reso noti oggi i dati sul PIL del 2020 che, complice la pandemia, segna una contrazione eccezionale, gli esperti di Oxford Economics si soffermano a fare previsioni sull’economia tricolore sotto il nuovo governo Draghi, sottolineando che una possibile nuova rinascita in stile “dolce vita” in Italia è ancora presto per dirlo.
Draghi, in attesa delle riforme
Secondo Oxford Economics l’ambiziosa agenda di riforme di Mario Draghi dovrà affrontare enormi ostacoli nei prossimi anni, non ultima la crisi sanitaria scatenata dalla pandemia, così come l’ovvio rischio che i governi successivi abbandonino il programma. Le riforme pianificate dal nuovo Premier incaricato Mario Draghi, continuano gli esperti, potrebbero invertire alcuni dei problemi di crescita e sostenibilità del debito che hanno afflitto l’economia tricolore per anni.
Ma dato che le proposte devono ancora essere rivelate, e tanto meno messe in atto, e l’agenda riformista di Draghi dovrà inevitabilmente affrontare un’opposizione politica più forte in futuro, gli esperti mantengono un approccio attendista e come tale, non hanno intenzione di modificare immediatamente la loro previsione di base per l’Italia.
Le stime su Pil e debito pubblico
Oxford Economics ha sviluppato uno scenario al rialzo per l’Italia che presuppone che le riforme strutturali siano implementate con successo e mantenute dai futuri governi nei prossimi decenni.
Secondo i calcoli dell’istituto di ricerca il PIL dell’Italia sarebbe fino al 12% più alto e il debito pubblico più basso al 120% del PIL entro il 2040. In questo scenario, il PIL italiano riceve una spinta dal lato della domanda attraverso investimenti più veloci ed efficaci dal Recovery fund dell’UE. La crescita è sostenuta anche dal lato dell’offerta attraverso una maggiore accumulazione di capitale, il rafforzamento dell’offerta di lavoro, una maggiore qualità istituzionale e una più rapida crescita della produttività.
Inoltre, anche in uno scenario ottimistico, concludono gli esperti gli stimoli alla crescita basterebbero solo a mantenere i livelli di PIL pro capite dell’Italia in ritardo rispetto al resto dell’eurozona. Recuperare il ritardo rimane una speranza elusiva.