A meno di sorprese dell’ultimo minuto, la prima fase dell’accordo Usa-Cina sul commercio sarà siglato il prossimo 15 gennaio. La conferma è arrivata dal presidente Usa, Donald Trump, che in un tweet del 31 dicembre ha scritto:
“Firmerò la fase uno del nostro grande e completo accordo commerciale con la Cina il 15 gennaio. La cerimonia avrà luogo alla Casa Bianca. Saranno presenti rappresentanti di alto livello della Cina. In seguito andrò a Pechino, dove inizieranno i colloqui sulla fase due”.
Quella di Trump è la conferma che non dovrebbero esserci più ripensamenti, per quanto il presidente Usa abbia abituato l’opinione pubblica a compi di scena, cambiando spesso la sua posizione negoziale.
Il vicepremier cinese Liu He, a tal proposito, sarà da sabato 4 gennaio a capo di una delegazione in visita a Washington, in base alle anticipazioni fatte in serata dal South China Morning Post, ben informato sulle vicende di Pechino.
Si attenuano le tensioni, ma le questioni di fondo restano
La firma alla Casa Bianca dovrebbe così mettere la parola fine alla guerra sui dazi che è andata avanti per oltre un anno. L’intesa, su cui circolano ancora pochi dettagli, attenua le tensioni tra i due paesi, migliora il clima grazie alle promesse cinesi di comprare soia americana e altri prodotti agricoli per 50 miliardi di dollari, blocca l’introduzione di nuovi dazi americani per 160 miliardi di dollari, dimezza quelli introdotti a settembre, ma non risolve le questioni di fondo tra Cina e Stati Uniti. Per quelle, bisognerà aspettare la “fase due” del negoziato, che, oltre ad essere più impegnativa, avrà tempi incerti a causa delle elezioni presidenziali americane.
Cina taglia dazi sull’import di 859 prodotti
Pechino, intanto, da ieri ha dato il via alla sforbiciata ai dazi sull’import di 859 prodotti, dalla carne di maiale ai farmaci contro diabete e asma (addirittura azzerati), più dei 706 beni che nel 2019 hanno avuto tassazione temporanea agevolata. In particolare, a causa delle peste suina africana, la carne di maiale surgelata vedrà dazi in calo all’8% (erano al 12%).
L’allentamento tariffario, secondo il governo cinese, puntano ad “aumentare le importazioni di prodotti di cui c’è una relativa scarsità al momento” o “su specialità straniere di consumo quotidiano” a rimarcare l’impegno ad aprire i mercati domestici verso l’estero.