Cinque i miliardi che lo Stato italiano potrebbe incassare dall’introduzione della pace fiscale se venisse effettuata con “maglie strette”. A parlare è il presidente della commissione bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi alla trasmissione tv Agorà su Rai3.
“Io penso che se [la pace fiscale] viene fatta con delle maglie relativamente strette si parla all’incirca di 5 mld…è una entrata una tantum”.
Comincia così a farsi più chiaro il condono promosso dalla Lega prima con le parole di Massimo Bitconci, sottosegretario al Tesoro e ora di Borghi. Nei giorni scorsi difatti il primo ha detto che la misura allo studio è di una fiscale più ampia possibile come misura una tantum che chiuda tutte le liti pendenti per le cartelle, il contenzioso tributario e le multe e con un tetto non superiore al milione di euro. Lo stesso Bitonci ha affermato che la misura sarà molto simile al condono tombale voluto dall’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti nel 2002. A giugno anche il senatore della Lega Armando Siri fa sapere che la pace fiscale sarà il primo intervento del governo e “ci saranno tre diverse aliquote, pari al 25%, 10% e”6% della somma dovuta, a seconda delle condizioni in cui si trova il contribuente”.
La Lega pare voglia inserire la pace fiscale in un decreto ad hoc collegato alla manovra ma è già bagarre con il Movimento Cinque Stelle che tramite il capo politico e vicepremier Luigi Di Maio è netto:
“Il Movimento 5Stelle non è disponibile a votare nessun condono (…) Se si tratta di pace fiscale, di saldo e stralcio, siamo d’accordo, ma suicondoni, non siamo daccordo. Abbiamo visto in passato anche con i governi Renzi e altri fare degli scudi fiscali che hanno costituito un deterrente a comportarsi bene, e a far pensare che una via di uscita c’è sempre per l’evasione”.