ROMA (WSI) – “Sui mercati internazionali si crea un’aspettativa da fine mondo sull’esito del referendum costituzionale e questo ovviamente è un problema”. A dirlo il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan nel corso di una lunga intervista a La Stampa.
“Si diceva la stessa cosa all’alba della Brexit, e invece i mercati hanno riassorbito lo choc rapidamente. La cosa che mi preoccupa di più è un altra: il processo di riforme innescato da questo governo si interromperebbe per chissà quanto. Se c’è una cosa che rivendico di questi due anni e mezzo di governo, è il suo segno riformista. L’Italia perderebbe un treno che potrebbe non ripassare”.
In merito alla trattativa in corso con la Commissione europea sui numeri – non ci sarebbe l’accordo sul deficit – il titolare di via XX Settembre sottolinea che il giudizio che l’istituzione guidata da Jean Claude Juncker esprimerà nelle prossime settimane sulla richiesta di flessibilità aggiuntiva avanzata dall’Italia dipenderà dalla qualità della manovra che Padoan e Renzi presenteranno il 15 ottobre prossimo.
“Le risorse saranno limitate. Il grosso lo useremo per evitare l’aumento di Iva e accise, e vorrei sottolineare che cancellare aumenti fiscali per 15 miliardi ha di per sé un impatto positivo. Ci saranno misure a sostegno della crescita, e in particolare per gli investimenti. Ci sarà il taglio Ires, già finanziato l’anno scorso e l’introduzione dell’Iri per gli artigiani. E poi misure di carattere sociale”.
E sul taglio Irpef nel 2018?
“E’ nel nostro cronoprogramma. Valuteremo se ci sono le condizioni per programmarlo già con questa legge di bilancio”.
Infine un accenno anche alla crisi del sistema bancario e il piano di salvataggio privato del Monte dei Paschi da parte di Jp Morgan e Mediobanca che sembra non decollare. In tal caso ci sarà un intervento pubblico?
“Non commento le voci. Ho assoluta fiducia che il piano sia ben disegnato e avrà successo (…) Ho assoluta fiducia che funzionerà”.